istock-622006356

Myanmar. Repressione contro il cristianesimo

Pastori battisti arrestati, chiese chiuse o distrutte, arruolamento forzato di giovani: è il triste bilancio della repressione messa in atto recentemente dal gruppo armato etnico United Wa State Army (UWSA) nello Shan, lo stato più orientale del Myanmar, all’interno di una campagna volta a contrastare il cristianesimo presente nel territorio.

Secondo quanto ha riferito a Radio Free Asia (RFA), il pastore Lazaru, portavoce della comunità battista di etnia Lahu, l’UWSA ha messo in carcere 92 pastori battisti, ha chiuso tutte le scuole battiste e arruolato forzatamente 41 studenti e studentesse che frequentavano incontri di studio biblico. Infine, 52 chiese nell’area di Mong Pauk sono state chiuse e ben tre distrutte.

La furia del gruppo armato si è scagliata anche contro i cattolici della zona: ad una missione di suore salesiane che garantivano istruzione e assistenza sanitaria alla popolazione è stato ordinato di lasciare la regione. Un prete, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha detto all’agenzia di stampa cattolica UCAN che le persone che vivono in quella regione remota sono state «molto deluse dalle espulsioni» dei religiosi, che avevano garantito istruzione e servizi sanitari.

Come riportato da RFA, l’UWSA – il più grande esercito non statale del Myanmar, sostenuto dalla Cina – ha pubblicato un documento circolato su Facebook nel quale si afferma che tutte le chiese esistenti, i missionari, gli insegnanti e i sacerdoti devono essere indagati, i chierici stranieri banditi e quelli che sostengono le attività missionarie puniti; inoltre, che tutte le chiese costruite dopo il 1989 (quando il Partito Comunista è crollato) devono essere distrutte – con l’eccezione di una che è stata edificata con il permesso del governo – e che non sarà concessa la costruzione di nessuna nuova chiesa, in modo da ostacolare le conversioni al Cristianesimo. Infine, si richiede che tutti i leader religiosi siano residenti della regione di Wa e che svolgano le loro attività lavorative solo con il permesso del governo Wa in base alle norme e alle disposizioni del quartier generale dell’UWSA.

Si ritiene che l’UWSA sia uno dei più grandi gruppi di trafficanti di droga nel Sud-Est asiatico. Dal canto suo l’esercito etnico sostiene di non essere coinvolto nel traffico di droga. È anche una delle numerose organizzazioni armate etniche che hanno rifiutato di firmare l’accordo del cessate il fuoco nazionale del governo del Myanmar (NCA), insistendo sul fatto che il patto dovrebbe includere tutti gli eserciti etnici.

L’UWSA, sostenuto dalla Cina, guida una coalizione politica denominata Commissione federale di negoziazione e consultazione politica (FPNCC) con altri sei gruppi non firmatari, tra cui l’Esercito per l’Indipendenza del Kachin (KIA).

Il primo governo pienamente civile di Myanmar da decenni sta cercando di raggiungere un accordo con l’UWSA e altri eserciti etnici per porre fine a sette decenni di guerra civile e creare pace e stabilità nelle sue regioni di confine senza legge.