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Terremoto in Indonesia, preghiere e azioni

Il Primate della Chiesa anglicana del Sud-est asiatico, l’arcivescovo Moon Hing della Malesia occidentale, ha fatto appello alla preghiera per le vittime del terremoto e dello tsunami nell’isola indonesiana di Sulawesi. Il bilancio delle vittime questo pomeriggio (lunedì) è salito a 1.203, secondo l’agenzia di stampa cinese Xinhua; con i funzionari che avvertono che tale numero dovrebbe aumentare drasticamente. Tra i morti ci sono 34 bambini che frequentavano un campo biblico in una chiesa a Sigi, a sud di Palu, secondo quanto riportato da Aulia Arriani, portavoce della Croce Rossa indonesiana, all’agenzia di stampa Reuters. La chiesa in cui si incontravano è stata inghiottita nel fango e nei detriti quando l’area è stata invasa dalle acque.

La Gereja Anglikan Indonesia (Gai) – Chiesa anglicana Indonesia – è un decanato missionario della diocesi di Singapore nella provincia anglicana del Sud-est asiatico.

«Una delle chiese del Gai è nella zona del disastro, ma nessuno è autorizzato a entrare. I militari hanno preso il comando della zona a causa di molti saccheggi e del caos di queste ore» ha dichiarato l’arcivescovo Moon Hing.

Le autorità affermano di non essere in grado di valutare i numeri delle vittime in varie aree poiché tutte le comunicazioni sono state interrotte.

Venerdì, 28 settembre, il terremoto di magnitudo 7.5 ha colpito alle 6.02 del pomeriggio. Dalla principale ci sono state più di 100 scosse di assestamento, di cui 14 superiori a 5 di magnitudine. I tremori hanno innescato uno tsunami di quattro-sei metri di altezza che ha devastato le regioni costiere.

Le autorità indonesiane hanno accolto con favore le agenzie umanitarie internazionali e il sostegno specialistico ufficiale di altri paesi. Una centrale elettrica galleggiante, in grado di generare 125 megawatt di elettricità, è in viaggio per Palu per integrare 30 generatori a bassa potenza bassa che sono già stati distribuiti in tutta l’isola. La più grande preoccupazione immediata è la mancanza di acqua potabile e medicine; e il rischio di malattia causata da corpi in decomposizione.

«Le mie preghiere sono con chi ha perso la vita e con le famiglie in lutto per il terribile dramma. Le nostre vite sono così vulnerabili. Kyrie eleison. Signore abbi pietà di noi!» ha scritto in una nota il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Cec, il Consiglio ecumenico delle chiese.

 

Il Segretario generale del Cca, il Consiglio delle chiese cristiane in Asia,  dottor Mathews George Chunakara, ha espresso sincera solidarietà e preghiere soprattutto per la guarigione dei feriti e la consolazione di tutti coloro che soffrono per la perdita dei loro cari.

In un messaggio indirizzato alle chiese membro del Cca in Indonesia che hanno congregazioni nelle isole Sulawesi centrali – Gereja Kristen Sulawesi Tengah (Gkst), Huria Kristen Batak Protestan (Hkbp), Gereja Kristen Indonesia (Gki), Gereja Toraja e la Comunione delle Chiese in Indonesia (Igp), il segretario generale del Cca ha dichiarato: «Mentre apprendiamo la portata di questo disastro, i nostri pensieri e le nostre preghiere sono con le persone e le comunità nella regione centrale delle Sulawesi, specialmente le famiglie dei morti o di chi è ancora disperso. Preghiamo il Signore misericordioso per il rapido recupero dei feriti, per dare un accompagnamento spirituale e un aiuto a tutti coloro che hanno perso il loro sostentamento e i loro beni. Preghiamo per l’operato di coloro che sono coinvolti nelle operazioni di salvataggio».