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Nuovo Testamento, maratona di studio all’Università protestante del Congo

Con i suoi 9000 studenti (di cui 300 di teologia), l’Università protestante del Congo (Upc) è il più grande campus protestante del mondo, situata nel cuore di Kinshasa, capitale con più di 14 milioni di abitanti della Repubblica democratica del Congo, nel quartiere della “Cattedrale del Centenario”, uno degli edifici protestanti più impressionanti del continente.

Qui si è recata alcuni mesi fa la biblista Christine Prieto, una delle docenti coinvolte regolarmente dal Défap (il servizio missionario di tre chiese protestanti francesi: Epudf-Chiesa protestante unita di Francai, Unepref-Unione nazionale delle chiese protestanti riformate evangeliche di Francia e Uepal-Unione delle chiese protestanti di Alsazia e Lorena) per fornire dei brevi corsi in centri di formazione teologica in Africa.

Membro dell’Église protestante unie de France, docente all’Institut protestant de Théologie di Parigi, la teologa ha condotto per due settimane una serie di lezioni sul Nuovo Testamento in un «intenso soggiorno», la cui organizzazione non è stata resa più semplice dalle tensioni politiche che stanno interessando il paese. Ma, proprio per questo, la sua presenza è stata accolta con una riconoscenza ancora maggiore da parte degli studenti e dei docenti.

La teologa francese ha dovuto sostituire all’ultimo momento il professore di Nuovo Testamento, deceduto nei mesi precedenti. Avendo bisogno di un sostituto, l’Upc ha lanciato l’appello a livello internazionale, al quale ha risposto il servizio di missione francese, grazie all’interessamento del direttore del Dipartimento di Teologia Sistematica dell’Upc, Sébastien Kalombo Kapuku, già borsista del Défap.

L’idea era di svolgere un programma di 90 ore condensato in due settimane, al ritmo di sei ore al giorno per sei giorni alla settimana: «un ritmo piuttosto intensivo», ha ammesso la prof. Prieto. Nel programma di studi era incluso un corso sulle epistole non paoline, destinato agli studenti di primo livello, e un secondo corso per gli studenti di primo e secondo livello sull’Apocalisse. Christine Prieto ha osservato inoltre che c’è stata un’utile scoperta, da entrambe le parti: «Sono rimasta abbastanza colpita nello scoprire che all’Upc i docenti hanno sempre lavorato secondo il metodo della critica storica, ma che non facevano un’analisi narrativa: ho dunque messo un particolare accento su questo aspetto. Gli studenti hanno molto apprezzato questa novità: erano attenti e hanno fatto molte domande». Un risultato positivo anche nel fatto che il decano della Facoltà ha già proposto alla docente di tornare l’anno prossimo, anche se nel frattempo si fosse trovato un nuovo docente.

L’Upc fa parte di cinque università protestanti con cui il Défap è in contatto, che comprendono l’Università evangelica in Africa (Uea, a Bukavu, con 3225 studenti, di cui 686 in teologia), l’Università libera dei paesi dei grandi laghi (Ulpgl nelle due sedi di Goma e Bukavu, che hanno nel complesso 3000 studenti di cui 380 in teologia) e l’Università presbiteriana del Congo (Upreco, a Kananga). Sono tutte membro della Rete delle università protestanti dell’Africa (Rupa), e in un paese vasto come la Repubblica democratica del Congo, in cui il fattore religioso è così importante, offrono delle possibilità davvero impressionanti. Al loro interno si incontrano allievi provenienti da comunità ecclesiali diverse, sviluppando così il dialogo ecumenico. Le relazioni con la Francia avvengono sia tramite le borse di studio del Défap, sia attraverso scambi tra docenti tra i due paesi.

La presenza nel Paese della prof. Christine Prieto, che in passato si era già recata all’Upreco, ha rinnovato le relazioni tra il Défap e la Rdc, in particolare con la Chiesa del Cristo in Congo (Ecc), che riunisce 95 comunità ecclesiali, e il cui attuale presidente, il pastore Bokundoa, eletto un anno fa, ha deciso di allentare il legame troppo stretto con il potere autoritario, che aveva caratterizzato la Ecc fino ad allora. Questo cambio di rotta ha provocato crescenti tensioni con il regime di Joseph Kabila, in una situazione di forti pressioni che colpisce già altre chiese nel paese, ma non è mancato il sostegno da parte del protestantesimo francese.

Fonte: Defap