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La Chiesa anglicana in Nuova Zelanda apre alle unioni fra persone dello stesso sesso

Il sinodo della Chiesa anglicana di Aotearoa (nome maori per Nuova Zelanda), Nuova Zelanda e Polinesia ha approvato ieri 9 maggio una risoluzione volta a consentire la benedizione delle unioni fra persone dello stesso sesso. La mozione numero 29 afferma esplicitamente che nulla cambia nella insegnamento della chiesa sulla natura del matrimonio come unione di un uomo e una donna, ma apre alla possibilità per i singoli vescovi di utilizzare le disposizioni in materia già contenute nei canoni provinciali al fine di consentire una benedizione delle coppie gay o lesbiche. Il testo aggiunge che nessuna azione disciplinare può essere avviata nei confronti dei membri del clero che sceglieranno di svolgere questa funzione.

La decisione segue una lunga discussione che si protrae dai sinodi 2014 e 2016, ma che ha radici ben più profonde.

Gruppi di lavoro hanno in questi hanno contribuito alla stesura di un testo che non prevede alcun cambiamento dottrinale, ma propone formule aggiuntive a quelle già esistenti, e tenta una mediazione fra le varie tensioni presenti in materia, al fine di evitare fratture fra i membri di chiesa con visioni differenti.

Non mancano posizioni distanti da quanto affermato nel nuovo testo, soprattutto nelle chiese locali delle isole del Pacifico, Samoa, Tonga e Fiji, e gli sforzi dei prossimi mesi saranno rivolti proprio a mantenere l’unità fra le varie tensioni presenti. Nonostante le vedute, la mozione sottolinea con gratitudine come queste non siano state ostacolo in questo processo, ma voce critica e costruttiva. L’auspicio è quello di proseguire sulla strade del dialogo lasciando alle singole comunità la libertà di benedizione o meno.

La provincia neo zelandese e polinesiana diventa in questo modo la terza della Comunione anglicana a consentire le benedizioni per le coppie dello stesso sesso, dopo la Chiesa episcopale statunitense nel 2016, sospesa per questo motivo per tre anni dalla vita della Comunione anglicana , e dopo la Chiesa  episcopale scozzese lo scorso anno.