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Erdogan, no grazie

Questa mattina una folta delegazione di giornalisti italiani guidati da Articolo 21 (l’associazione per la libertà d’espressione che si richiama alla nostra Carta costituzionale) e dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) si è riunita a Roma per lanciare lo slogan «#ErdoganNotWelcome».

Insieme ai colleghi della rete #NoBavaglio, alla comunità dei curdi in Italia e a molte altre associazioni per i diritti umani i manifestanti si sono incontrati alle 11 davanti a Castel Sant’Angelo per manifestare solidarietà al popolo turco democratico e a quello curdo, proprio in occasione della visita ufficiale in Italia del presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan.

«Era doveroso esserci per illuminare le repressioni attuate nel Paese e per far sì che quella di Erdogan non si riducesse ad una passerella diplomatica esponendo il nostro Paese a una pagina nera per le istituzioni repubblicane e per la nostra storia democratica, proprio alla luce della persecuzione messa in atto dal regime turco nei confronti di giornalisti, avvocati, accademici e attivisti per i diritti umani e per ricordare gli atti commessi durante le operazioni di coprifuoco nei confronti della popolazione curda in Turchia», hanno ricordato stamane i promotori dell’iniziativa.

Erdogan è giunto ieri sera all’aeroporto di Fiumicino con la moglie e la figlia e stamane ha avuto il suo primo incontro di cinquanta minuti con papa Francesco, svoltosi «in un clima cordiale» riporta la sala stampa vaticana; oggi pomeriggio invece incontrerà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

Ieri il Corriere della Sera ha pubblicato una lettera aperta indirizzata proprio al papa, al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio, firmata dalla Fnsi, dall’European Centre for Press and Media Freedom, da Reporter senza frontiere, dall’International press institute, dalla Rete No Bavaglio e altre organizzazioni per la libertà di informazione dove, ricorda Antonella Napoli su Articolo 21: «abbiamo voluto porre all’attenzione pubblica e alle nostre istituzioni i gravi abusi compiuti in Turchia dopo il fallito colpo di stato del 15 luglio 2016. Abusi avvenuti attraverso il controllo dell’esecutivo sulla giustizia e minando lo stato di diritto nel Paese. Decine di migliaia di persone sono state oggetto di una repressione arbitraria che ha colpito tutte le categorie della popolazione – prosegue Napoli –, tra cui i giornalisti, tra i 150 e i 170 sono attualmente detenuti».

Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, stamane con un tweet ribadiva: «Erdogan non vuole parlare con i cronisti (italiani, ndr), ma dovrebbero essere loro a non parlare con lui sino a quando non saranno liberati gli oltre cento giornalisti ancora in carcere. Oggi a Roma l’iniziativa per salutarlo con il nostro #ErdoganNotWelcome».

Antonella Napoli che milita nella Campagna «No bavaglio turco» per Articolo 21 ha chiesto, invano, di poter consegnare una petizione (25 mila firme raccolte in Italia) per chiedere la liberazione dei giornalisti ingiustamente incarcerati in Turchia.

Nelle visite previste di oggi pomeriggio con Mattarella e Gentiloni, si discuterà della cooperazione bilaterale in campo politico ed economico con focus sull’industria della Difesa, di migranti e di Siria. È previsto anche un accenno ai rapporti con l’Ue, dalla quale il presidente turco si aspetta che sia rimosso «ogni possibile ostacolo» alla «piena adesione» turca.