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Notizie da paura

Nel 2017 sono 1.087 le notizie dedicate al tema dell’immigrazione sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani, il 29% in meno rispetto all’anno precedente. Aumenta, al contrario, la visibilità del tema nei telegiornali di prima serata: 3.713 notizie, quasi mille in più rispetto al 2016, con un incremento del 26%. Vi è stato dunque un ritorno alle notizie «urlate», ai toni tesi e alle parole stigmatizzanti nel sistema dei media «attraverso la costruzione di stereotipi diffusi e dai contenuti, a volte, discriminanti».

Complessivamente i temi al centro dell’agenda mediatica per quasi tutto il 2017 sono stati le Ong e il soccorso in mare, lo «Ius soli» e fatti di cronaca nera che «rimandano a una narrazione problematica, quando non critica, del fenomeno migratorio».

È quanto emerge dal V Rapporto della Carta di Roma “Notizie da paura”, curato dall’Osservatorio di Pavia in collaborazione con l’Osservatorio europeo sulla sicurezza, e recentemente presentato alla Camera dei deputati.

L’Associazione Carta di Roma è stata fondata (tra i soci fondatori la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), già membro del direttivo) nel dicembre 2011 per dare attuazione al protocollo deontologico per un’informazione corretta sui temi dell’immigrazione siglato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (Cnog) e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) nel giugno del 2008. Oggi è un punto di riferimento stabile per coloro chiamati a scrivere quotidianamente sui temi della Carta, giornalisti e operatori dell’informazione in primis, ma anche enti di categoria e istituzioni, associazioni e attivisti impegnati da tempo sul fronte dei diritti dei richiedenti asilo, dei rifugiati, delle minoranze e dei migranti nel mondo dell’informazione. Ogni anno l’Associazione produce un rapporto utile per comprendere come l’informazione italiana affronti quotidianamente il tema: migrazioni.

«Quest’anno le “violazioni colpose” della Carta di Roma – scrive nel rapporto il presidente uscente Giovanni Maria Bellu  (fresco di nomina è il giornalista Valerio Cataldi) –, quelle che derivano dalla scarsa conoscenza del principio costituzionale che sancisce il diritto all’asilo, della Convenzione di Ginevra, e anche del vocabolario – sono diminuite. Tuttavia, quelle che continuano a essere messe in atto si sono “specializzate”. Durante l’elaborazione di questo Rapporto è stata composta una raccolta di titoli che connettono deliberatamente comportamenti criminali all’appartenenza religiosa o alla nazionalità dei loro autori. Alcuni di questi titoli sono stati segnalati ai consigli di disciplina, altri addirittura – è il caso del tristemente famoso: “Bastardi islamici” – hanno determinato l’avvio di procedimenti penali (e la sospensione del procedimento disciplinare)».

Il rapporto contiene i riscontri statistici su quanto tempo e titolazioni, sia nella stampa sia nell’informazione di prima serata, sia stato dedicato a notizie su flussi migratori e criminalità.

«Al centro dell’agenda dei telegiornali con il 41%, il racconto dei flussi migratori, quasi 1 notizia su 2, è stata dedicata alla gestione degli arrivi nel Mediterraneo centrale. Dall’avvio delle indagini della Procura di Catania nei confronti delle Ong, al codice di condotta per gli interventi di ricerca e soccorso in mare; tutte questioni ampiamente riprese e diffuse».

L’elemento emerso da questa sovrabbondanza di notizie sui flussi migratori, ricorda il rapporto, è «il sospetto nei confronti delle azioni degli operatori e soprattutto delle Ong».

La seconda voce in agenda, è quella della criminalità e della sicurezza con il 34%: «in linea con le rilevazioni degli anni precedenti, in questa dimensione si suggerisce un nesso tra l’appartenenza etnica o di status e l’azione criminale».

Osserva il politologo Ilvo Diamanti «stiamo tornando ad una paura che fa spettacolo, quest’anno in particolare abbiamo riscontrato alcune ondate coincidenti con particolari eventi e questioni, cosa che accade in modo particolarmente accentuato proprio nel periodo elettorale. La paura, dunque, rimane uno strumento forte della politica».

Un fatto di cronaca nera alla fine di agosto, ad esempio lo stupro di Rimini ha fortemente occupato e condizionato la scena mediatica: «137 notizie in poco più di un mese, con un picco di 28 notizie in un solo giorno».

Le voci criminalità e sicurezza determinano dunque differenze nelle scelte redazionali. Nel 2017, i telegiornali di Mediaset hanno dedicato 1 notizia su 2  accostando l’immigrazione al tema della criminalità o della sicurezza, dunque il 53%. Al contrario, la criminalità tout court ha pesato rispettivamente per il 22% e 25% nei telegiornali Rai e La7.

Nel 2017, centrale nel racconto mediatico è stata l’azione politica al fenomeno migratorio: una notizia su 3 «in voce» o attraverso la rappresentanza diretta di soggetti politici o istituzionali. 246 sono state le notizie dedicate allo «Ius soli», è emersa molta «durezza del dibattito sulla cittadinanza». Il 13% di queste notizie è stato utilizzato per attivare un «vivace scontro politico» tralasciando l’evento d’origine o la notizia, per sconfinare in questioni diverse come «risse, disordini, bagarre mediatiche, scontri, battaglie, tensione e polemiche».

L’Associazione Carta di Roma ha poi selezionato e archiviato tutti i tioli delle maggiori testate cartacee dal 1 gennaio al 31 ottobre 2017 ed è emerso che sono apparsi 14.813 su quotidiani settimanali e riviste, nazionali e locali dedicati al tema dell’immigrazione.

Analizzando questo ingente materiale è emerso che «migrante e profugo, senza sorpresa, svettano fra i termini più presenti nei titoli, utilizzati. Rispettivamente 2.455 (17% dei titoli) e 1.322 volte (9% dei titoli). Con maggiore sorpresa, la quarta parola più utilizzata dalla stampa italiana è stata Ong (623 volte, pari al 4% dei titoli)».

Tra i luoghi più riportati: Italia (menzionata 648 volte), Libia (435), Ue (405), Roma (221), Milano (114), Lampedusa (79), Austria (79), Brennero (65), Me- diterraneo (61), Francia (60), Sicilia (59), Ventimiglia (54), Torino (45). Livello europeo, nazionale e locale. Luoghi di approdo, di transito e di confine che narrano storie differenti.

Il soggetto più citato nei titoli del 2017 è invece il ministro Marco Minniti (377 volte): «perno del piano governativo di contenimento dei flussi migratori nel Mediterraneo, degli accordi siglati con la Libia, ma anche dell’impegno in favore della legge sulla cittadinanza».

Seguono il presidente del consiglio Paolo Gentiloni (173), matteo Renzi (108), papa Francesco (97), Donald Trump (86), Virginia Raggi (72), Angelino Alfano (70).

«Immigrati, migranti e profughi hanno voce nel 7% dei servizi, 2 volte in più̀ rispetto al 2016, tornando ai valori del 2015».

La stampa nazionale differisce da quella locale, ricorda ancora il rapporto, «per un’attenzione maggiore a temi di confronto-scontro politico, per un linguaggio più affine al commento e all’opinione rispetto alla cronaca, per un posizionamento politico e ideologico a tratti netto e, in qualche occasione, per titoli spregiudicati. La stampa locale, invece, si caratterizza per un linguaggio più aderente alla gestione dell’accoglienza sul territorio, i problemi della distribuzione dei rifugiati nei comuni, e per un’attenzione elevata alla cronaca nera, a fatti di criminalità con migranti autori o vittime di reato».

Ma l’informazione non passa solo nei Tg o nei giornali, l’informazione scorre in quei programmi definiti di infotainment che sono una via di mezzo tra l’intrattenimento e l’informazione.

Carta di Roma e l’Osservatorio di Pavia hanno analizzato quattro eventi in particolare in ordine cronologico: lo sgombero da parte delle forze dell’ordine di uno stabile occupato da rifugiati e richiedenti asilo, provenienti soprattutto da Etiopia ed Eritrea in via Curtatone a Roma; l’ondata polemica che travolge don Massimo Biancalani, sacerdote di Vicofaro, in provincia di Pistoia, per aver postato su twitter la fotografia di una giornata in piscina con alcuni migranti accolti presso la sua parrocchia; il terzo evento è un grave fatto di criminalità accaduto a Rimini: lo stupro di una giovane turista polacca e di una transessuale peruviana in una spiaggia, ad opera di un branco composto da persone di origine africana; il quarto evento è il vertice di Parigi (28 agosto) tra quattro capi di stato/di governo europei (Francia, Germania, Spagna e Italia) e alcuni capi di stato e premier africani, tra cui la Libia, per affrontare la crisi libica e rafforzare una strategia comune per il controllo dei flussi migratori.

«Rispetto ai differenti approcci riscontrati nei programmi analizzati, un atteggiamento simile accomuna i programmi di Rai e La7 alla ricerca di una pluralità di pensiero, pur senza trascurare un uso coerente e corretto di linguaggio e immagini. Diversamente, nei programmi analizzati per le reti Mediaset, il tema dell’immigrazione è sistematicamente incrociato con la criminalità e l’illegalità. L’informazione cede all’opinione. Scarseggiano gli approfondimenti e le analisi, a vantaggio di un approccio emotivo».

Dunque il rapporto della Carta di Roma, ricorda il politologo Ilvo Diamanti «permette di individuare, riconoscere i muri e di superarli. E abbassare il rumore della paura».

Per il quinto Rapporto Carta di Roma, “Notizie da paura” clicca qui