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18 febbraio 1546, muore Martin Lutero

470 anni fa oggi, il 18 febbraio 1546, chiudeva la propria esperienza terrena Martin Lutero. Poco più che sessantenne era tornato a Eisleben, sua città natale, in Sassonia.

Gli ultimi anni, dopo la scomunica e la terrificante e contraddittoria “guerra dei contadini”, trascorrono affinando i principi cardine della nascente teologia protestante, grazie a continui dialoghi con gli altri grandi protagonisti della Riforma, Melantone e Zwingli in particolare. Del 1530 è la Dieta di Augusta in cui per la prima volta vengono esposti, davanti all’imperatore Carlo V, i dettami fondamentali di quello che diventerà il luteranesimo.

Del 1534 è la prima edizione dell’intera Bibbia tradotta in tedesco, a completare la pubblicazione e l’incredibile successo del Nuovo Testamento del 1522, prima opera in tedesco della storia, che in pochi anni verrà stampata in decine di migliaia di copie al costo unitario di un fiorino e mezzo, pari al salario annuo di una domestica.

Del 1544 è l’opera “Breve confessione intorno al Santissimo Sacramento” in cui difende la presenza di Cristo nell’eucaristia, e la polemica “Contro il papato istituito a Roma dal diavolo”, condanna definitiva del cattolicesimo romano.

Malato di ulcera, viene rinvenuto morto da alcuni amici nel suo letto, probabilmente a causa di un ictus, sebbene non siano mancate negli anni teorie di ogni sorta relative agli ultimi istanti di vita, più o meno artificiosamente create e diffuse per denigrare o esaltare la figura del riformatore tedesco.

Il prossimo anno, nel 2017, verranno celebrati i 500 anni da quello che rimane il gesto simbolico originario, motore della futura esistenza e delle scelte del monaco agostiniano: l’affissione al portone della chiesa di Wittemberg, dove riposano ancora oggi le sue spoglie, delle 95 tesi contro le indulgenze, momento cui viene convenzionalmente fatto risalire l’avvio del protestantesimo. Sarà la Germania il fulcro dei festeggiamenti, ma non mancheranno momenti di incontro e festa ovunque il protestantesimo si è diffuso, compresa ovviamente l’Italia.

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