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Il giudizio di Dio

«La mia parola non è forse come un fuoco», dice il Signore, «e come un martello che spezza il sasso?
(Geremia 23, 29)

Gesù ha detto: «Io sono venuto ad accendere un fuoco sulla terra; e che mi resta da desiderare, se già è acceso?»
(Luca 12, 49)

Comprendere la parola di Dio come un fuoco che divora e punisce, o come un martello che spezza il sasso, disorienta chi è abituato a una visione irenica, quasi imbelle, dell’agire di Dio verso di noi. Abituati come siamo a guardare il lato pietoso e misericordioso di Dio, la scoperta della sua faccia truce ci costringe a un ripensamento del modo con cui ci rapportiamo a Dio. Forse troppo sbrigativamente abbiamo tolto il fuoco del giudizio dalla mano di Dio, lasciando in mano a lui il balsamo per lenire le nostre ferite. Quel fuoco del giudizio, tolto dalla mano di Dio, lo abbiamo preso noi, per scagliarlo contro i nostri avversari, per lanciare anatemi contro chi non è con noi e non è come noi in campo politico, economico o religioso.

In questo modo non abbiamo fatto una bella operazione. Avremmo fatto meglio a lasciare nelle mani di Dio l’ultima parola in merito al giudizio sulle persone e la storia, piuttosto che arrogarci noi il diritto di giudicare e di amministrare sentenze. Sappiamo bene che le nostre sentenze raramente sono giuste, scevre da condizionamenti. Siamo al chiaro che il nostro diritto nasce all’interno di società in cui vengono tutelati gli interessi dei gruppi di potere, lasciando gli indifesi senza alcuna tutela.

Meglio, molto meglio lasciare a Dio la parola del giudizio e porci in rispettoso ascolto di quel che sarà il suo verdetto. Sul peccato, lo dice il Nuovo Testamento, il giudizio è stato implacabile, ma è stato subìto da Gesù Cristo ed è grazie alla sua mediazione che noi possiamo comparire giusti davanti al suo tribunale. Circa, invece, il nostro agire nel quotidiano e nella storia, teniamo presente ancora e sempre che Dio dispone di un fuoco con cui amministra la sua giustizia. Chi ha preso sul serio questo lato di Dio ha lasciato impronta indelebile nella storia.