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Accadde oggi, 17 novembre

L’onta di avergli dato i natali costerà alla cittadina di Salvia in Lucania addirittura il cambio di nome, perché nessuno possa avere mai più la stessa origine di colui che ha attentato alla vita di un re. Parliamo di Giovanni Passannante, primo uomo dell’Italia unita a tentare di uccidere un rappresentante di casa Savoia, il re Umberto I, in visita a Napoli con la consorte Margherita il 17 novembre 1878.

Ultimo di dieci figli, Passannante si presta a ogni sorta di lavoro nel tentativo di essere d’aiuto ad una famiglia cosi numerosa. Venuto a contatto con l’ambiente garibaldino e napoleonico, si avvicina all’anarchia e lascia il cattolicesimo per abbracciare la fede evangelica. Sconvolto dallo scostamento fra le condizioni drammatiche in cui è costretto a vivere il popolo napoletano, e lo sfarzo costruito ad arte per la visita dei regnanti, decide di assaltare la carrozza del re con un coltello. Fermato appena in tempo viene arrestato. La notizia rimbalza ovunque in Italia e in Europa, fra scene di giubilo e interventi dell’esercito.

Passannante viene condannato a morte ma re Umberto commuta la pena in ergastolo, per seppellirlo vivo in una cella dell’isola d’Elba, costretto a vivere al buio e fra i propri escrementi, attaccato ad una corta catena del peso di 18 chili. Morirà in manicomio giudiziario nel 1910. La cittadina di Salvia da allora si chiamerà Savoia.

Foto: “Giovanni Passannante Portoferraio” di sconosciuto – http://www.circolopertinielba.org/pdf-docs/memoria/portoferraio%20tesi.pdf. Con licenza Public domain tramite Wikimedia Commons.