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Libri al rogo

Il 10 maggio 1933 i nazisti si presentarono al mondo bruciando i libri che consideravano non conformi. Con una predilezione per autori ebrei, naturalmente, ma non mancava anche Pietro Nenni, allora giovane rivoluzionario, che aveva pubblicato con un certo successo «Sei anni di guerra civile in Italia».

Purtroppo non sarà la prima distruzione di libri – per esempio nel 1600 il rogo che uccise Giordano Bruno era alimentato dai suoi libri – né l’ultima: nel 1992 un proiettile dell’artiglieria serba incendierà la Biblioteca di Sarajevo che custodiva 600 anni di incontri/scontri di culture nei Balcani.

Da quest’ultimo episodio il Festival dei Diritti Umani e i Collegi di Pavia Cairoli, Ghislieri e Santa Caterina hanno tratto l’idea per una due-giorni di riflessioni e «call to action» sull’annientamento delle differenze e sulle censure: Cupe vampe, saperi vietati, diritti negati.

Sì, il titolo prende spunto dalla più intensa delle canzoni sulle guerre nei Balcani, quella dei Csi (Consorzio suonatori indipendenti). Abbiamo chiesto a Massimo Zamboni, chitarrista della band, se potevamo farlo e lui ci ha risposto che ne sono onorati.

Come sarà questo evento: «cominciamo oggi venerdì 12 maggio con la proiezione del film “Umberto Eco – La biblioteca del mondo”.

Cos’è il contrario della distruzione dei libri se non raccoglierne a migliaia come ha fatto il grande intellettuale? All’incontro – h. 17.30 al Cinema Politeama di Pavia – ci sarà anche il regista, Davide Ferrario.

Si prosegue sabato 13 maggio, con una staffetta tra i collegi Cairoli, dove ci si interrogherà sul rapporto tra arte e potere; Ghislieri, dove gli storici racconteranno questa pessima abitudine dell’umanità di distruggere le differenze; Santa Caterina dove ci sarà un talk con Lidia Ravera, coautrice di uno dei libri simbolo della censura politica: Porci con le ali. Ma c’è di più. Abbiamo pensato che il gesto che può almeno parzialmente ricostruire quello che i totalitarismi distruggono è molto semplice: tu bruci un libro? e io ne regalo uno. L’invito è di portare a questi incontri di Pavia un volume, scelto dalla propria libreria o comprato, perché venga donato a chi, pensava a sopravvivere invece che conoscere: i detenuti del carcere Torre del Gallo di Pavia».


Immagine grafica di Francesca Ceccoli e Andrea Puppa