
Cec: «A Gaza è in corso una pulizia etnica»
Il Consiglio ecumenico delle chiese condanna fermamente la situazione in Palestina e si concentra anche sulla situazione del popolo filippino
Il comitato esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), riunito in questi giorni, ha condannato le atrocità perpetrate a Gaza dallo Stato di Israele, riconoscendo che l’attuale governo sta perseguendo politiche che non sono sostenute da molti israeliani. «Da quando Israele ha iniziato a distruggere Gaza nell’ottobre 2023, in seguito agli attacchi nel sud di Israele da parte dei combattenti di Hamas, la portata della devastazione di vite e comunità nel territorio ha raggiunto livelli indicibili», si legge nel testo.
Il documento rileva che questa catastrofe per la popolazione di Gaza ha radici più profonde degli ultimi due anni e mezzo di brutale violenza armata. «L’intenzione, ora apertamente dichiarata, di rioccupare Gaza e di sfollare definitivamente la popolazione palestinese, compresi i rifugiati del 1948, equivale a una politica di pulizia etnica che deve essere fermamente denunciata da tutti i membri della comunità internazionale che si sono impegnati a rispettare il diritto e la moralità internazionale».
Il comitato esecutivo ha denunciato la complicità, attiva o passiva, di altri Stati, la cui azione o inazione ha permesso la continua brutalità: «Il Consiglio Ecumenico delle Chiese riafferma il suo incrollabile impegno nei confronti dei principi del diritto e della giustizia internazionale, senza discriminazioni, in questo e in tutti i contesti. Le chiese del mondo non possono rimanere in silenzio di fronte a una tale spaventosa disumanità».
Il comitato esecutivo del Cec ha inoltre chiesto un cessate il fuoco immediato, la fine del blocco, l’accesso umanitario e un’azione internazionale coordinata.
il comitato esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese si è anche concentrato sulla sofferenza del popolo filippino «che si trova da tempo ad affrontare una complessa rete di sfide, tra cui povertà, disuguaglianza, violazioni dei diritti umani, degrado ambientale e ricorrenti disastri naturali». La dichiarazione riconosce inoltre che il movimento ecumenico nelle Filippine, in particolare il Consiglio Nazionale delle Chiese nelle Filippine e il Consiglio Ecumenico Giovanile Filippino, sono stati voci costanti a favore della giustizia sociale, dei diritti umani, della pace, dell’inclusione e della cura del creato.
«Nonostante l’impegno e l’azione ecumenica, l’impunità ha generalmente prevalso per i responsabili di molte delle peggiori violazioni nelle Filippine», si legge ancora.
La dichiarazione accoglie inoltre con favore i passi intrapresi dalla Corte Penale Internazionale e da altre autorità competenti per garantire la responsabilità e la giustizia alle migliaia di vittime di omicidi e abusi. Il Cec esprime solidarietà «con tutte le vittime di violenza e ingiustizia nelle Filippine, con tutti coloro che sono emarginati e oppressi, e con tutti coloro che offrono una voce profetica e che lavorano per la pace, la giustizia e l’integrità del creato»