Bibiana: prima gli interventi di sostanza

È in distribuzione in tutto il territorio del Pinerolese il numero di febbraio del mensile free press “L’Eco delle valli valdesi” (scaricabile anche da questo sito). Fra i vari articoli vi proponiamo il dossier di approfondimento sul Comune di Bibiana, che si apre con questa intervista al Sindaco Fabio Rossetto. Buona lettura.

 

 

Fabio Rossetto ha iniziato da maggio scorso il suo secondo mandato come primo cittadino di Bibiana. Classe 1972, prima di diventare sindaco aveva svolto attività di consigliere comunale sempre nel Comune alle porte della val Pellice. Con lui facciamo il punto sulla situazione. «Durante il primo mandato – ci dice – abbiamo iniziato a gettare le basi per il futuro di Bibiana: di molte iniziative iniziamo a raccogliere i frutti solo ora, a causa delle lungaggini burocratiche che caratterizzano gli iter dei vari bandi a cui abbiamo partecipato. Bibiana è un Comune che negli ultimi anni ha potenziato la sua macchina, che era in sofferenza e ora si è stabilizzata, in tema di personale impiegato. Inoltre siamo riusciti a non indebitare ulteriormente il Comune: anzi: sui 2 milioni di debito abbiamo operato una riduzione di 300.000 euro».

 

Alle elezioni del 2023 Rossetto era l’unico candidato: è un problema o un vantaggio governare senza “opposizione”? «Le dirò la verità: nello scorso mandato c’è stata una buona e produttiva collaborazione con la minoranza; negli ultimi 10 anni fare l’amministratore della cosa pubblica è sempre più difficile e quindi capisco che sia difficile formare nuove liste. Siamo in periodo di stagnazione, iniziato con la crisi del 2008, e quindi è già tanto se si riesce a mantenere in piedi la “normale amministrazione” che assorbe il 95% delle risorse del municipio. Nel particolare caso bibianese non avere una controparte è anche dettato dal fatto che non ci sono, al momento, grandi argomenti divisivi che talvolta portano alla creazione di due o più “partiti”».
Qual è l’ambito dove avete deciso di investire maggiormente? «Una delle priorità è sicuramente quella di garantire la sicurezza dal punto di vista del dissesto idrogeologico. Il nostro territorio ha una conformazione particolare: dal territorio collinare si allunga a quello della pianura: tre corsi d’acqua tagliano lungo tutta la sua estensione Bibiana e quindi abbiamo più di 60 km di sponde da mantenere in sicurezza. Siamo intervenuti su diversi tratti andando anche a sistemare zone poco visibili sulle parti alte della collina ma che potenzialmente possono diventare un pericolo in caso di grandi piogge. Interventi quindi forse poco “visibili” ai cittadini, che non portano voti e consenso, ma che crediamo siano importanti».

 

Dal punto di vista demografico Bibiana come sta? «C’è stata una grande crescita a inizio secolo, dovuta all’espansione edilizia in alcune zone. Da 2800 abitanti siamo passati a 3500. In seguito c’è stata una stabilizzazione e adesso viviamo un lieve calo, come d’altra parte in tutta la nostra nazione. La presenza di stranieri è rilevante, sono circa l’11%, sopra la media della Città metropolitana di Torino».
Bibiana è anche conosciuta per le importanti rassegne che organizza, fra tutte la Sagra del Kiwi. «I rapporti con le associazioni di volontariato è ottimo: Pro loco, Ana, Società operaia etc., ma anche loro stanno vivendo un momento di disagio legato alla difficoltà di trovare persone giovani che si impegnino nelle varie attività».

 

Chiudiamo la chiacchierata evidenziando le criticità riscontrate a Bibiana. «Non direi una grande criticità ma molte piccole cose da sistemare, anche qui nel centro storico. Ma le priorità rimangono gli interventi di sostanza, piuttosto che quelli di immagine».

 

Un sogno nel cassetto? «Sicuramente tengo molto al progetto legato a Casa Barbero, la struttura di proprietà comunale e gestita dal Ciss che si occupa di anziani. Abbiamo partecipato a un importante bando regionale finanziato con fondi europei per la ristrutturazione di questa struttura. Aspettiamo l’esito e i tempi saranno come sempre lunghi ma sento il dovere di mantenere al meglio questa struttura. Un altro aspetto è quello legato al recupero dell’area industriale ex-Bassotto, in parte distrutta da un incendio, ora una sorta di foresta urbana. La proprietà però non è comunale ma di un privato e quindi siamo in attesa capire cosa succederà: in ogni caso il Piano regolatore, completato da poco, lascia margini di intervento».