Cristo è il capo della Chiesa

Un giorno una parola – commento a Efesini 1, 22

Ascolta la meditazione:

Egli è il Dio vivente che dura in eterno e il suo regno non sarà mai distrutto

Daniele 6, 26

Dio ha posta ogni cosa sotto i piedi di Cristo e lo ha dato per capo supremo alla Chiesa

Efesini 1, 22

«Cristo è risorto e questo significa che è vivo!». Con queste parole si esprimeva non molto tempo fa in una intervista un credente di recente entrato nella Chiesa valdese. In una semplice frase egli esprimeva il centro motore di tutta la fede cristiana.
Resurrezione, infatti, non significa che un corpo è stato rianimato; ma che la vita ha vinto sulla morte e l’alba del regno di Dio già illumina le nostre esistenze. Il giorno in cui Gesù è “tornato al Padre”, ha lasciato i suoi discepoli con una promessa: «io sono con voi fino alla fine dell’età presente» – affinché non si sentissero soli, abbandonati. Questo annuncio ci permette di riscoprire la bellezza e il conforto che dà un accompagnamento discreto e continuo, che non sostituisce l’iniziativa umana, ma la potenzia e la conferma. Cristo è il vivente, dunque, e noi possiamo avere un rapporto con lui.
In queste parole, i discepoli ritrovano una certezza, una promessa e un mandato.
La certezza sta nel fatto che Cristo è il capo della Chiesa. Con ciò si afferma che la realtà di Cristo si esprime proprio nella Chiesa universale. Questa non è e non deve sentirsi soltanto una organizzazione umana, ma deve pensarsi come l’espressione stessa della volontà di Dio in Cristo. Ognuno di noi è dunque una cellula di questo corpo. È vero che questa immagine è stata (ed è) usata per santificare delle realtà umane e delle pretese di potere; ma ciò non significa che noi dobbiamo rinunciare a sentirci parte di questa realtà.
La promessa che segue è il dono dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo è nello stesso tempo il segno della presenza e della potenza di Dio che investe gli esseri umani.
Infine, il mandato che i discepoli ricevono è quello di predicare. Se è vero che il Signore non è più presente fisicamente, è vero anche che egli è ora presente nello (e con lo) Spirito. Dio non abbandona il suo popolo, ma lo accompagna nella sua storia e nella sua missione. Amen.