Gesù accoglie

Un giorno una parola – commento a a Luca 19, 8

Ascolta la meditazione:

I tesori di empietà non fruttano, ma la giustizia libera dalla morte

Proverbi 10, 2

Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo»

Luca 19, 8

Conosciamo la vicenda di Zaccheo, il ricco collaborazionista inquieto di Gerico che cerca di incontrare Gesù. È un uomo accompagnato quotidianamente dall’ironia dei concittadini: Zaccheo significa “giusto”, ma fa una professione tutt’altro che apprezzabile, una persona che tenta di innalzarsi dalla sua bassezza, fisica e morale. Gesù non ignora il movimento di Zaccheo anzi, con una frase che scandalizza molti benpensanti, si auto-invita a casa sua. In questo modo escono dalla spirale del giudizio e della condanna, per far sì che quello diventi un incontro di persone e non di pregiudizi. Quello che invece non conosciamo, purtroppo, sono le parole che Gesù usa con Zaccheo: cosa gli dice per convincerlo a cambiare vita e convertirsi in maniera così netta? Avrà minacciato l’inferno, promesso il paradiso? Avrà usato una voce soave o toni duri, di quelli che non ammettono repliche? Zaccheo avrà temuto le fiamme eterne della Geenna o l’accogliente seno di Abramo come il povero Lazzaro? Non lo sappiamo, sebbene ogni predicatore, ogni predicatrice, ogni persona che ha uno spirito missionario bramerebbe pronunciare la parola che smuove a conversione un peccatore e lo rende un’anima nuova. Oppure no, in realtà è Gesù stesso a svelarci il suo “segreto” che noi fatichiamo molto a fare nostro: Gesù accoglie. Il Signore sa andare oltre a tutti i travestimenti che Zaccheo ha indossato – e che i suoi compaesani gli hanno cucito addosso! – e vedere chi è realmente. Forse a quel pasto Gesù non ha detto nulla, ha solamente ascoltato: ci sono giorni in cui la parola rimbomba ma il silenzio salva. Amen.