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Pralibro, bene comune e patrimonio immateriale

Nell’estate 2023 Pralibro festeggerà un traguardo importante, la XX edizione di presentazioni di libri e altre attività di diffusione della lettura e della cultura, in una località di montagna ricca di storia e di cultura. Negli anni, commentando l’inaugurazione, mi sono ritrovata a mettere in luce diversi aspetti di questa rassegna letteraria, promossa e sostenuta dal Comune di Prali, dall’Otto per mille valdese e organizzata dalla chiesa valdese di Prali, dalla librerie torinesi “Il Ponte sulla Dora” e Claudiana, in collaborazione con altre associazioni culturali.

Prali (To) ogni estate diventa una grande libreria, c’è un’atmosfera diversa rispetto alla città, non solo perché nelle serate estive si accolgono autori e autrici con un senso di amicizia che va oltre la promozione del libro, ma soprattutto perché la comunità che negli anni si è creata ha a sua volta connotato le discussioni intorno ai libri, a partire da un titolo specifico, creando una sorta di conversazione permanente che arricchisce la vita individuale di ognuno ma che rappresenta anche ciò che la società civile ha ancora voglia di contribuire alla collettività: idee, pensiero critico, confronto e discussione, postura democratica e inclusiva, cioè un patrimonio immateriale da ritrovare ogni anno.

A Prali, questo afflato ecumenico e democratico affonda le radici nella storia di questa valle che, fin dall’adesione alla Riforma protestante nel 1532– di cui si fa memoria ogni anno a Pradaval – ha formato generazioni di persone che hanno fatto della lettura e della scrittura un motivo di partecipazione: si legge e si scrive come segno di appartenenza a una comunità, per alcuni una comunità di fede, che cambia nel tempo ma che mantiene viva la consapevolezza della necessità di porsi criticamente davanti ai testi e ai problemi sollevati di volta in volta dalla società civile e dal dibattito pubblico. E a Pralibro si è parlato di molti temi, anche in modo appassionato, dalla vita in montagna alle migrazioni internazionali, dall’Europa alla globalizzazione, dalle questioni di genere e del linguaggio inclusivo alla transizione energetica, dalla giustizia climatica alla partecipazione democratica, dalla letteratura alla saggistica scientifica e storica, anche spostandosi di borgata in borgata o arrivando alla meravigliosa Conca dei 13 laghi. Ci sono stati appuntamenti ad Agape o a Massello, soprattutto per libri che parlano ancora oggi di Resistenza, ma anche trasferte nelle borgate vicine come Rodoretto, dove in estate si tiene anche un culto alla domenica mattina. Spesso alcuni incontri sono avvenuti subito dopo il culto, nel tempio valdese di Prali, nel museo storico oppure fuori dalle mura del tempio, con letture ad alta voce, teatro narrativo, camminate letterarie, passeggiate accompagnate da guide naturalistiche e cori di montagna ad alta quota.

Grandi nomi e persone meno conosciute hanno però sempre accettato di confrontarsi generosamente con un pubblico che negli anni ha affinato la sua capacità di confrontarsi con gli altri e le altre. In una parola, Pralibro bene comune. Una comunità con desideri e impegni reciproci, regole comuni di convivenza che ne arricchiscono l’esperienza. Ciò che è communis – ci ricordano le scienze sociali – implica la presenza di un sistema di reciprocità, che tiene insieme tutti i partecipanti. L’amore del prossimo è il messaggio che è inscritto nelle pietre di Agape, l’amore non verrà mai meno (I Corinzi 13). Come un ponte fatto di pietre, che si tengono le une alle altre e che si sostengono l’un l’altra, altrimenti tutto crollerebbe. Questa metafora è l’unica che può garantire, anno dopo anno, la collaborazione tra diverse realtà che partecipano a questo progetto. Un progetto da condividere, da far crescere, e infine da trasmettere ai più giovani perché possano raccogliere questa esperienza. Tante sono le iniziative che vengono proposte anche ai più piccoli, con letture animate e caccia al tesoro per il paese, che si rivolge ai bambini da 0-99.

Pralibro bene comune, è anche un’avventura sempre nuova.