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Salvate i villaggi dalla miniera

Il villaggio di Lützerath deve lasciare spazio all’estrazione della lignite, (ne abbiamo scritto ieri qui: https://riforma.it/it/articolo/2023/01/17/germania-sgombero-forzoso-di-interi-paesi-lasciare-spazio-una-miniera-di-carbone). Domenica la polizia ha completato lo sgombero della frazione, che da circa due anni era un luogo di incontro per attivisti per il clima, residenti e alleanze regionali. Sabato si sono verificati alcuni scontri violenti tra polizia e manifestanti in luoghi di raduno non autorizzati, come il bordo della miniera a cielo aperto. Altre proteste degli ambientalisti sono state annunciate in questi giorni.
Qui di seguito un contributo che Riforma ha chiesto al pastore Martin Gaevert della chiesa evangelica di Düren, nella regione della Renania Settentrionale-Vestfalia
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Tutti i paesi siano salvati! La comunità cristiana va a manifestare per la fine dell’estrazione della lignite a cielo aperto!

Con molti giovani e una piccola delegazione della nostra congregazione della chiesa evangelica di Düren, (città di circa 100mila abitanti nel Land della Renania Settentrionale-Vestfalia, nda.), sabato 14 gennaio ci siamo recati alla grande manifestazione di Lützerath sotto la pioggia e il temporale, attraversando strade di campagna fangose e campi impantanati. Lützerath è un piccolo villaggio agricolo tra Colonia, Aquisgrana e Düsseldorf. Non ci vive più nessuno. Tutte le case sono state evacuate. Ma volevamo dimostrare di essere «Contrari all’ulteriore estrazione di lignite nella miniera a cielo aperto di Garzweiler!». “Keep it (coal) in the ground” (lasciate il carbone nel terreno, nda.) abbiamo cantato con Greta Thunberg e oltre 20.000 altri manifestanti.

In mezzo a tanti giovani, mi è venuto da pensare al profeta Ezechiele, che cita un proverbio che ha una particolare attualità: «I padri hanno mangiato uva acida e i denti dei figli si sono allegati». (Ezechiele 18:2) La questione della giustizia generazionale raramente si è posta in modo così drammatico nella storia come in occasione di crisi climatiche. Allora, il profeta giunse alla chiara conclusione che ogni generazione, secondo la volontà di Dio, deve assumersi la responsabilità delle proprie azioni e non può far ricadere sui figli e sui nipoti le conseguenze dei propri atti.

Nell’aprile del 2021, la Corte Costituzionale Federale tedesca giunge alla stessa conclusione in occasione della crisi climatica: «In base a ciò, non si può concedere a una generazione di consumare gran parte del budget di CO2 con un onere di riduzione relativamente blando, se questo lascerebbe allo stesso tempo un onere di riduzione radicale alle generazioni successive ed esporrebbe le loro vite a perdite globali di libertà».

Ma la nostra partecipazione alla manifestazione non è ovviamente motivata solo dall’impegno per la giustizia intergenerazionale. Come congregazione evangelica stiamo compiendo un percorso di apprendimento in materia, nello spirito del processo conciliare per la pace, la giustizia e l’integrità del Creato (temi chiave dell’assemblea di Vancouver del 1983 del Consiglio ecumenico delle chiese). Mai come in questo caso è evidente il legame inscindibile tra questi tre obiettivi: la combustione di un numero sempre maggiore di combustibili fossili distrugge il creato a livello locale, come a Lützerath, e allo stesso tempo porta a siccità sempre più gravi, soprattutto in Africa, attraverso l’accumulo di CO2 nell’atmosfera.

La lotta per la risorsa idrica, sempre più scarsa, porta a conflitti armati. Allo stesso tempo, l’ingiustizia economica tra il Nord e il Sud del mondo sta esacerbando la situazione sociale e i Paesi poveri sono costretti a vendere materie prime, a danneggiare la natura, a cacciare le popolazioni indigene dai loro habitat e quindi ad aggravare ulteriormente le condizioni climatiche. Sempre più persone sono costrette ad abbandonare le proprie case a causa della siccità e del caldo. Sta diventando chiaro come le nostre azioni economiche a breve termine e orientate al profitto stiano portando il mondo fuori equilibrio e mettendo in pericolo la pace, la giustizia e tutto il Creato. Dobbiamo rispettare il fatto che tutto è collegato a tutto il resto. Abbiamo bisogno di tempo per riorientarci, per capire come funzionano le reti, non solo quelle digitali ma anche quelle naturali.

Come cristiani, dobbiamo riesaminare le nostre basi bibliche. Abbiamo interpretato correttamente i nostri testi sacri?
Per la storia interpretativa cristiana tradizionale, il primo racconto della creazione (Genesi) culmina nel mandato “Soggiogate la terra!” e vede gli esseri umani come coronamento e obiettivo della creazione. La creazione di Dio è stata ed è interpretata come un palcoscenico per la storia umana! Eppure, in Genesi 1:1 e seguenti il culmine della creazione non è la creazione dell’uomo, ma il sabato, il riposo di Dio il settimo giorno! E mentre a tutte le opere della creazione, compreso l’uomo, viene associato il predicato «ed ecco era buono!» alla fine del giorno, solo alla rete dell’intera creazione nel settimo giorno viene associato il predicato «ed ecco era molto buono!». Solo l’insieme con tutte le sue parti è perfetto. L’uomo ne è una parte importante, ma anche ogni animale, ogni pianta «secondo la sua specie». Ecco perché la nostra congregazione non parla più di «ambiente» in tedesco, ma di “Mitwelt” (intero mondo). L’uomo non è il centro, ma fa parte della grande rete della creazione di Dio. Per noi umani, preservare il Creato significa comprendere la complicata rete della creazione, che non dobbiamo squilibrare.

Durante la manifestazione, abbiamo potuto dare un’occhiata all’enorme miniera a cielo aperto, che si apre come una profonda ferita nella terra. Sotto il fertile terreno coltivabile, solo ghiaia, sabbia e carbone! I grandi escavatori dell’azienda Rwe, la compagnia elettrica tedesca, spalano via il terreno coltivabile che ha nutrito in modo sostenibile generazioni di persone e lo fanno in men che non si dica. Questa visione ci mostra che abbiamo ancora molta strada da fare finché la nostra attività economica non rispetterà la rete della vita e noi come esseri umani avremo trovato il nostro posto nel mondo. Fino ad allora, dobbiamo alzare la voce in tutte le condizioni atmosferiche: Lasciatelo nel terreno!

Photo: Lützi lebt/Unwisemonkeys CC BY-NC 2.0.