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Lutero, una teologia per il nostro tempo

Fino a ieri non esisteva nella nostra lingua una teologia di Martin Lutero, cioè un’esposizione sistematica e organica del pensiero teologico del Riformatore. Esistono diverse “Vite” di Lutero (una pregevole, relativamente recente, scritta dalla nostra Silvana Nitti, pubblicata dall’ Editrice Salerno, oltre a quella di Heinz Schilling, edita dalla Claudiana nel 2017, in 2a ediz. nel 2021)1, ed è comprensibile che ogni storia della vita di Lutero sia anche, in misura più o meno estesa, una storia della sua teologia, tanto stretto è, nella sua vicenda personale, il nesso tra vita e teologia. Ci sono dunque in italiano molte Vite di Lutero in italiano, ma non c’era nessuna Teologia del Riformatore, anche perché Lutero è stato tutt’altro che un pensatore sistematico: non ha scritto nulla di paragonabile alla Summa Theologica di Tommaso o all’Istituzione della Religione Cristiana di Giovanni Calvino. La domanda spontanea che sorge è: è possibile (o addirittura: è lecito?) sistematizzare un pensiero per nulla sistematico? Non potrebbe trattarsi di una forzatura indebita?

Oswald Bayer, uno dei maggiori e migliori conoscitori odierni del pensiero del Riformatore, componendo questa grande e bella Teologia di Martin Lutero*, frutto di quarant’anni di lavoro su e con Lutero, dimostra che non solo è possibile e lecito offrire un quadro unitario del pensiero del Riformatore, ma che questa impresa può rivelarsi doppiamente utile: certo per conoscere e quindi capire meglio Lutero, ma poi anche per orientare la testimonianza cristiana oggi e domani. Il sottotitolo dell’opera è, insieme, audace e promettente: Una teologia per il nostro tempo. Ma Lutero è davvero così attuale? Sì, perché i problemi vitali che affrontò nel suo tempo sono gli stessi che oggi si pongono alla nostra generazione, malgrado i mutamenti anche radicali avvenuti da allora nel modo di pensare e di vivere. Certo, possono cambiare e sono cambiate le formulazioni dei problemi, ma i problemi sono sempre quelli. La questione della salvezza – a esempio – non è non è più proiettata in un Aldilà diventato evanescente nella coscienza contemporanea, ma la questione del senso della vita individuale e collettiva e della sopravvivenza dell’umanità (e del nostro pianeta!) è più attuale che mai. Così, grazie a questa che chiamerei una “sinfonia teologica luterana”, Oswald Bayer ci introduce a un Lutero inaspettatamente contemporaneo.

Il libro è ricchissimo. Di solito si parla della teologia di Lutero raccontando la sua vita; Bayer percorre il cammino inverso: racconta (per sommi capi) la vita di Lutero parlando della sua teologia. Si parte da una densa Introduzione, che prende l’avvio da un avvincente poema di Conrad Ferdinand Meyer del 1871, in cui si dice di Lutero che «avverte l’enorme frattura dei tempi/ e si avvinghia saldamente alla sua Bibbia/ […] Il suo spirito è un campo di battaglia tra due epoche,/ non mi meraviglia che veda demoni». Effettivamente Lutero è vissuto “tra due epoche”: è stato uomo del Medioevo e precursore dell’Evo moderno; ha recato in sé le due anime e le ha vissute entrambe intensamente.

Seguono cinque utilissime chiavi di lettura (tali mi sono parse), non del libro, ma di Lutero teologo: il ruolo del diavolo – la Parola della croce – l’interpretazione della storia – l’orizzonte apocalittico – il ricorso al Dio rivelato contro il Dio nascosto («Dio contro Dio»!): queste chiavi permettono al lettore di orientarsi nelle 429 pagine del libro, che si compone di due parti: la prima è dedicata alle nozioni fondamentali della teologia di Lutero, la seconda ai suoi temi centrali (11 in tutto): dalla creazione alla chiesa, dal servo arbitrio alla Trinità, dagli ordinamenti del mondo allo Spirito Santo, dal papato alla libertà, e così via. Non manca nulla e tutto il libro, pagina dopo pagina, è di un interesse estremo, sia per chi sa poco o nulla di Lutero teologo sia per chi ne sa qualcosa, ma scoprirà, avanzando nella lettura, che c’è sempre ancora tanto da imparare.

Del resto Bayer cita un bellissimo aforisma di Lutero: «La teologia è una sapienza infinita, perché non si finisce mai di impararla» (p. 51). Va da sé che in un’opera enciclopedica come questa la trattazione di certe questioni possono lasciare a desiderare: a esempio, i grossi problemi teologici (oltre ché politici e morali) suscitati dal giudizio (negativo) di Lutero sui Dodici Articoli dei Contadini svevi, e dalle sue scelte contro la loro rivolta e per la sua repressione, avrebbero meritato una trattazione più ampia di quella contenuta nelle pagine 390-391, per quanto illuminanti esse siano.

Summa summarum: questo libro è una miniera che contiene molti tesori. L’elenco dei suoi pregi sarebbe lungo, due però desidero menzionarli: il primo è che in queste pagine è soprattutto Lutero che parla, molto più di Bayer stesso; il secondo è che molti testi di Lutero sono tratti dai suoi innumerevoli e godibilissimi sermoni. Abbiamo atteso a lungo un libro come questo, che non c’era. Ora lo abbiamo, e possiamo solo essere grati di poterlo leggere. Ne vale la pena.

1. Tra le non poche biografie di Lutero in lingua italiana, due meritano una menzione speciale: quella tuttora insuperata di Giovanni Miegge, Lutero. L’uomo e il pensiero, Claudiana, 20034, malgrado il fatto che si fermi al 1521, e quella di Heiko A. Oberman, Lutero. L’uomo tra Dio e il diavolo, Laterza, 1987.

* Oswald Bayer, Teologia di Martin Lutero. Una teologia per il nostro tempo, edizione italiana a cura di Franco Ronchi. Torino, Claudiana 2020, pp. 483, euro 38,00. La terza edizione tedesca, edita da Mohr Siebeck, di Tubinga, è del 2007.