fgei2022

Giovani d’età e nello spirito

Il ritmo scandito da un battito di mani e di piedi accompagna l’apertura del presinodo della Federazione giovanile evangelica in Italia (Fgei), un incontro ravvicinato tra giovani che ha fatto affiorare tutte le loro affinità, le loro alterità, le loro provenienze geografiche, denominazionali e interdenominazionali.

Esperienze emerse nel dibattito e nel confronto.  A turno e al riparo di un vecchio castagno nel prato della Casa Unionista di via Beckwith di Torre Pellice (To), le giovani e i giovani hanno dato vita alle parole. 

Occasione del ghiotto incontro la vigilia dell’Assemblea Sinodo, tra le chiese battiste, metodiste e valdesi in Italia (Bmv).

Un «Patto» tra denominazioni diverse, che negli anni ha dato vita a tante esperienze, come la Fgei  e il giornale periodico Riforma – Eco delle valli valdesi.   

Dialogo che esordì a Roma il 9 novembre del 1920 (più di un secolo fa) e che oggi vive concretamente da oltre cinquant’anni. 

Il confronto tra i giovani è poi proseguito con i racconti e le testimonianze di questi ultimi anni, anni di tensione pandemica e di una vita intrecciata tra la fede e la vita quotidiana e di percorsi di fede, di incontri ecumenici maturati sul web in questi ultimi difficili anni, sempre votati a una riflessione matura. 

Parola chiave, la speranza malgrado le difficoltà. I giovani hanno disegnato uno «stivale» ricco di diversità, di culture, di dialetti. Un luogo di dialogo interreligioso per la connotata presenza cattolica. Si discusso di islamofobia, di teologia, di razzismo, di diritti civili e umani e di accoglienza e di assemblee degli organismi giovanili ecumenici e di movimenti giovanili studenteschi cristiani, soprattutto si è parlato di ambiente e di salvaguardia del Creato.  

A guidare la Fgei c’è Annapaola Carbonatto, la segretaria nazionale. «Quest’anno – ha detto – era necessario evidenziare il fatto che ci troviamo di fronte ad una Assemblea-Sinodo, un assise in cui non solo valdesi e metodisti, bensì valdesi, metodisti e battisti sono stati chiamati a vivere un momento collettivo di confronto. “La bellezza di mille voci” è il titolo che la Fgei ha scelto per questo presinodo, un richiamo alle iniziali della sigla Bmv e alla bellezza di cinquant’anni di dialogo tra le tre denominazioni. Ognuna e ognuno di noi grazie a queste diversità ha fatto nascere e crescere la Fgei. Ossia la scommessa del volersiti mettere insieme e di intraprendere un cammino comune – un cammino che sino al momento di quell’incontro nessuno aveva mai intrapreso – la Fgei è l’esempio vivente di quell’esperienza in passato embrionale.  

Tra le note musicali che si diffondevano nel parco della Casa unionista, Carbonatto ha citato anche l’innario della Fgei, rinnovato, e ancora le collaborazioni internazionali e interdenominazionali, oltre  a quelle Bmv. «La Fgei per quanto sia una piccola organizzazione ha grandi collaborazioni internazionali. In questi meeting scopriamo tante affinità tra i nostri temi e quelli delle e dei giovani che incontriamo: la salvaguardia dell’ambiente, ad esempio, che unisce tutti. La difesa dei diritti umani e le questioni di genere e dei diritti delle donne. Troviamo però nel nostro cammino anche visioni differenti. La pandemia è stata certamente dirompente per la fascia più giovane della popolazione mondiale. Ha generato chiusure mentali da un lato e dell’altra nuove aperture. Oggi è importante mettere in dialogo questi due diversi ateggiamenti. La politica della Fgei, è proprio questa, mettersi in gioco, impegnarsi, vivere la fede ogni giorno nello spazio pubblico».