Giornata Mondiale del Rifugiato

L’impegno della Diaconia valdese nel campo della tutela e dell’inclusione delle persone migranti e rifugiate

 

Il 20 giugno, come ogni anno, si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, istituita dalle Nazioni Unite per ricordare i diritti e le storie di milioni di persone costrette ad abbandonare la propria casa, i propri affetti e le proprie certezze a causa di guerre, persecuzioni, disastri ambientali o crisi sociali. È un giorno di memoria, ma anche di responsabilità: un’occasione per interrogarsi sul significato dell’accoglienza, della protezione e della convivenza in un mondo in continuo movimento.

Nel contesto attuale, segnato da confini sempre più chiusi, retoriche dell’emergenza e approcci securitari, si rende quanto mai necessaria una cultura collettiva capace di superare le semplificazioni e restituire dignità ai percorsi migratori. Le persone rifugiate non sono numeri né categorie astratte: sono donne, uomini, bambine e bambini che cercano salvezza e futuro. Le loro storie sono fatte di perdite, paure, fatiche e allo stesso tempo di coraggio, impegno e ricostruzione.

 

La Diaconia Valdese da anni è impegnata nel campo della tutela e dell’inclusione delle persone migranti e rifugiate, attraverso modalità di intervento che mettono al centro la persona e il proprio progetto di vita e offrono supporto per la riacquisizione della piena autonomia nel nuovo contesto.

Nel quadro del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) ministeriale, la Diaconia Valdese è ente gestore in diverse città italiane. I progetti si basano su un’accoglienza diffusa, orientata all’inclusione e alla piena cittadinanza, in collaborazione con i territori. Attraverso percorsi personalizzati che comprendono supporto legale e amministrativo, formazione linguistica, orientamento al lavoro, ai servizi sanitari e sociali, accompagnamento abitativo, attività di integrazione e mediazione culturale, le persone ospitate temporaneamente hanno la possibilità di porre le basi per il proprio futuro in Italia.

La maggior parte delle persone accolte nel SAI non ha avuto altra scelta se non quella di affrontare le pericolose rotte informali delle migrazioni, gestite per lo più da trafficanti di esseri umani e criminali, mettendo a rischio la propria vita per raggiungere l’Europa.

 

È attraverso il modello dei Corridoi Umanitari, ormai riconosciuto e attuato a livello internazionale, che la Diaconia Valdese, insieme alle realtà proponenti, promuove un’alternativa sicura e legale di ingresso in Italia, per persone vulnerabili, alle quali è garantito un periodo di accoglienza e accompagnamento basato sullo stesso modello.

Accanto a questi, proseguono e si ampliano i Corridoi Universitari con il progetto UNI-CO-RE (University Corridors for Refugees) che consente a studenti e studentesse con status di rifugiato di accedere a corsi di laurea magistrale nelle oltre 40 università italiane aderenti, aprendo così diverse possibilità per il proprio futuro.

Acquisiscono inoltre sempre maggiore rilevanza i Corridoi Lavorativi, disegnati per garantire l’ingresso regolare e tutelato di persone rifugiate attraverso percorsi occupazionali già strutturati. Un’innovazione che coniuga il diritto alla mobilità con il diritto di protezione internazionale.  

L’impegno prosegue infine nelle zone di frontiera (Oulx, Ventimiglia e Trieste) a favore dei migranti in transito e con la rete dei Community Center, in cui vengono strutturati percorsi di empowerment e partecipazione attiva e fortemente favorite le occasioni di incontro e dialogo tra chi arriva e chi già abita i territori.

 

Per la ricorrenza della giornata mondiale del rifugiato sono tante le iniziative promosse dalla Diaconia Valdese dal Piemonte alla Sicilia, per ricordare che accogliere e accompagnare non è un gesto straordinario, ma una scelta quotidiana di responsabilità collettiva.