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Unione battista, sfide e prospettive

Il pomeriggio della prima giornata di lavori della 46esima assemblea dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi) è stato caratterizzato da una ricognizione sui compiti e le sfide condotte dal Comitato esecutivo, il braccio operativo del panorama battista italiano. 

La pandemia è stata purtroppo, ed è ancora in parte, la grande e inattesa protagonista delle ultime stagioni, che alla pari di ogni ambito del nostro vivere pubblico e privato, ha non poco complicato la gestione di qualsivoglia idea e progetto anche all’interno delle chiese.

Il presidente Giovanni Arcidiacono ha compiuto una panoramica sulle attività svolte e su quelle che invece hanno rallentato o è stato necessario rinviare, per giungere fino alle drammatiche novità di queste ultime settimane con molte comunità impegnate in prima linea nell’aiuto e nell’accoglienza di chi fugge dall’Ucraina devastata dalla guerra.

Se è stato complicato ove non impossibile incontrarsi in presenza, sono stati vari i momenti formativi, culturali, editoriali, ideati e realizzati grazie anche all’utilizzo delle tecnologie che tutte e tutti noi abbiamo gioco forza imparato ad utilizzare e che hanno spesso annullato la sofferenza delle distanze fisiche. Sul tavolo rimangono alcuni impegni che non è stato possibile avviare o concretizzare: su tutti forse la realizzazione di un centro studi intitolato a Martin Luther King, dedicato alla divulgazione del pensiero del pastore battista statunitense e alla promozione di studi e azioni sulla non violenza, la pace, la giustizia, i diritti.

L’avvio e il consolidamento del progetto pilota del Ministero biblico itinerante e i vari appuntamenti virtuali funzionali alla realizzazione nel prossimo agosto dell’assise congiunta fra il mondo valdese e metodista e quello battista rimangono fra le tappe più incisive dell’ultimo biennio. 

Storia, formazione, collaborazione territoriale e capacità di integrazione di comunità multietniche saranno fra i principali temi individuati per l’assise congiunta del prossimo agosto a Torre Pellice (Torino) fra chiese valdesi, metodiste e battiste, pensata con la volontà di rilanciare la relazione fra le parti in causa, una relazione intenzionale, necessaria, giocata sul piano delle reciproche libertà nel rispondere a una posizione comune.

Pur fra le difficoltà oggettive riscontrate, vari sono stati gli interventi che hanno tentato di ribaltare la prospettiva negativa e la narrazione delle ultime stagioni. Fra tutti segnaliamo quello del pastore Martin Ibarra che ha raccontato come le due comunità da lui curate abbiano tentato una programmazione di medio e lungo periodo, accompagnate in questo dal sostegno del Comitato esecutivo dell’Ucebi. Ecco quindi a titolo l’esempio l’acquisto di un nuovo locale di culto sognato da almeno 30 anni: non dismissione dunque, ma rilancio, programmazione, scommessa sul futuro.

Due nuove chiese hanno stipulato convenzioni con l’Unione battista, tappa importante di un percorso che dovrebbe portare alla loro piena ammissione nel futuro prossimo: la Chiesa ivoriana di Forlì e quella di Quarto di Napoli. 

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Tanti e calorosi i saluti da parte degli ospiti presenti, dalla pastora Mirella Manocchio, presidente dell’Opera per le chiese metodiste in Italia, che ha evidenziato come fra i molti elementi che legano chiese metodiste e battiste vi è anche l’esperienza multietnica e multiculturale, ben conscie del valore della diversità come ricchezza in un dialogo aperto per una comunione più piena e per una testimonianza evangelica più autentica.

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Il presidente della Federazione pentecostale in Italia pastore Carmine Napolitano ha posto l’accento sulla necessità di rilanciare un dialogo ecumenico forte e sincero, riflettendo sugli strumenti migliori per metterlo in atto e per valorizzare ciò che unisce le parti in causa.

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Foto di Pietro Romeo e Martina Caroli