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Festa del 15 agosto tra passato e presente

Un centinaio di partecipanti (90 secondo alcune stime, 130 secondo altre) ha condiviso, nel prato intorno al monumento di Sibaud a Bobbio Pellice, il culto presieduto dal pastore Davide Rostan, che nel suo sermone ha mostrato come l’antica storia del popolo di Israele, fra schiavitù in Egitto, viaggio verso la Terra Promessa ed esilio in Babilonia, ci parli anche oggi, e come non siamo ancora capaci di ascoltare (e seguire) alcune fondamentali verità, che quella storia millenaria ci narra.

Ben partecipate anche le altre attività di questa giornata caldissima e “in movimento”, organizzata per esigenze dettate dal Covid su un modello “d’altri tempi”, senza toilette, né ristori e banchetti vari, ma nell’essenzialità del culto sul prato, pic-nic autogestito e pomeriggio all’insegna dei racconti storici.

Una trentina di persone ha preso parte alla passeggiata sul “sentiero del Podio”, accompagnata da Jane Atkinson con un excursus storico di Bruno Bellion nella scuoletta fresca di restauro, e infine una quarantina di persone si è ritrovata davanti al tempio per ascoltare dal dialogo fra Davide Rosso e Andrea Tridico l’intreccio fra storia e fiction della graphic novel Il sentiero, sfumando dal patto del Podio, al Glorioso Rimpatrio, alle odierne migrazioni, con un interessante approfondimento sulla tecnica (e il lavoro collettivo) che porta alla nascita di un fumetto.

La gioia di questo incontro, espressa anche nei messaggi “istituzionali” dalla moderatora Alessandra Trotta e dal pastore Mauro Pons, presidente della Commissione esecutiva del Distretto, era palpabile, nel desiderio di ritrovarsi anche solo per uno dei momenti della giornata, e magari arrivando da Torino, abitudine che per fortuna il Covid non ha spento.

Il desiderio di andare avanti, insieme, richiamato in più interventi, è quello che animò gli antichi valdesi: come ha ricordato Davide Rosso, quello di 460 anni fa al Podio è solo uno dei tanti momenti assembleari cruciali della storia valdese (Chanforan, Pra Daval, Prangins…): una storia di decisioni prese insieme, anche dopo lunghe e non facili discussioni. L’unità mantenendo le differenze. Parlando di fronte al monumento di Sibaud, il pastore emerito Bruno Bellion ha suggerito ai presenti al culto una suggestiva interpretazione della stele eretta nel 1889, sorretta da pietre con i nomi delle chiese valdesi del tempo, come simbolo dell’importanza dell’unità: se fossero sparse nel prato, quelle pietre non significherebbero nulla… 

Partendo da una serie di memorie – il patto del Podio come “atto fondativo”, anche amministrativo, della chiesa valdese, ricordato in più interventi, il Rimpatrio e le sue figure “mitiche” – si è arrivati fino all’oggi, alle storie di nuovi esuli e nuove accoglienze. Una delle domande conclusive del dialogo fra Rosso e Tridico lancia una suggestione per il futuro: quale memoria vogliamo costruire, della nostra accoglienza? Che cosa diventerà un giorno memoria, delle molte esperienze vissute in questi anni?