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Turchia. Un’altra chiesa diventa moschea per ordine di Erdogan

Appena un mese dopo che la Turchia ha polemicamente trasformato la Basilica di Santa Sofia in una moschea, una seconda chiesa storica, tra le principali attrazioni turistiche di Istanbul, diventa un luogo di culto islamico.

La chiesa medievale di San Salvatore in Chora (Kariye in turco), diventata Museo Kariye dopo la seconda guerra mondiale, è stata convertita in moschea con un decreto del presidente turco Recep Tayyip Erdogan firmato il 21 agosto, che conferma la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 19 novembre che ha annullato la decisione con cui fu istituito il museo nel 1945.

La chiesa, famosa per i suoi mosaici di epoca bizantina e patrimonio dell’Unesco, risale al IV secolo e fu costruita sotto Costantino il Grande. Divenne una moschea dopo la conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453. Dal 1945 è un museo. Il decreto del presidente turco prevede l’affidamento alla Diyanet, la Direzione turca per gli affari religiosi.

Come già accaduto per Hagia Sophia, stanno giungendo critiche e reazioni. Il ministero degli Esteri greco ha accusato Erdogan di «insultare ancora una volta brutalmente il carattere» di un sito cristiano del patrimonio mondiale.

«Questa è una provocazione contro tutti i credenti», si legge in un comunicato. «Esortiamo la Turchia a tornare al 21° secolo e al rispetto, al dialogo e alla comprensione reciproci tra le civiltà».

Il parlamentare turco del partito di opposizione HDP, Garo Paylan, ha detto che la conversione della chiesa in moschea è «una vergogna per il nostro paese». «Uno dei simboli della profonda identità multiculturale e della storia multireligiosa del nostro Paese è stato sacrificato», ha twittato Paylan.

 

Immagine:   Museo di San Salvatore in Chora – Parecclesion (cappella funeraria). Abside, affresco con immagini di patriarchi (wikimedia)