«Regolarizzazione immigrati è un dovere sociale e fa bene all’Italia»
Un «convinto apprezzamento» dell’ipotesi di un’ampia regolarizzazione – 600mila, a quanto riportato dalla stampa – degli immigrati lanciata e ribadita ieri dalla ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, arriva da Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese in Italia.
«Gli imprenditori agricoli lamentano da anni una carenza di manodopera, aggravata dall’emergenza Covid 19 – dichiara. – Ed oggi interi settori della nostra economia primaria rischiano il collasso, e non per il virus ma per l’inerzia politica di chi da anni ha negato una semplice verità: l’agricoltura italiana si regge sul lavoro degli immigrati che, in un paese civile, devono avere gli stessi diritti dei nazionali. Insieme a una polemica ideologica e strumentale contro il lavoro degli immigrati, questa inerzia ha creato sacche di irregolarità, ha prodotto fenomeni sconcertanti come i “ghetti” e ulteriormente inquinato una filiera produttiva in cui si infiltra la criminalità organizzata. La regolarizzazione è quindi un necessario dovere sociale ma anche un vantaggio per gli italiani in termini di sicurezza sanitaria, ordine pubblico, trasparenza del mercato agricolo. La speranza – concude Naso – è che provvedimenti analoghi vengano adottati anche per altri settori economici».