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Culti in Francia, Germania, Svizzera: avanti piano

Non solo in Italia si discute di tempi e modi per la riapertura dei luoghi di culto, anche altre nazioni europee sono alle prese con ragionamenti simili.

In Germania, le comunità religiose e il governo hanno deciso venerdì 17 aprile che non ci sarà alcun servizio religioso fino all’inizio di maggio. Tuttavia, le chiese cristiane, il Consiglio centrale degli ebrei e le associazioni delle moschee presenteranno questa settimana varie proposte che rispettano le regole di igiene e distanziamento dovute alla pandemia di Covid-19. Il 30 aprile, il governo e gli stati federali discuteranno di un allentamento delle attuali restrizioni.

L’obiettivo è quello di essere in grado di organizzare i culti il più presto possibile. Il rappresentante della Chiesa protestante in Germania (Ekd) a Berlino, Martin Dutzmann, ha stimato che ciò potrebbe accadere dal primo fine settimana di maggio. La forma delle cerimonie varierebbe, tuttavia, da regione a regione e in base alle diverse comunità.

Il rappresentante del governo federale per la libertà di religione nel mondo, Markus Grübel (Cdu), ha dichiarato: «E’ ipotizzabile aumentare il numero di culti limitando il numero di persone, svolgerli ove possibile all’aria aperta e garantire una distanza minima in chiese, moschee e sinagoghe. Ciò che è possibile fare nella sala plenaria del Bundestag deve essere autorizzato anche nei luoghi di culto».

Il presidente della Conferenza dei vescovi cattolici tedeschi, Georg Bätzing, ha sottolineato che i fedeli considerano l’apertura come un segno di speranza. Molti hanno sofferto di restrizioni alla loro pratica religiosa. Allo stesso tempo, il presidente del Consiglio centrale delle Comunità ebraiche, Josef Schuster, così come il presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania, Ekd, Heinrich Bedford-Strohm, hanno accolto con favore l’accordo unanime tra il governo e le comunità religiose.

Ma come riporta il sito voce elvetico Voce Evangelica in Sassonia lunedì 20 aprile si è svolta una messa alla presenza di 15 persone, tra loro distanziate. Persone che si erano registrate in precedenza così da evitare assembramenti. Raggiunto il numero massimo consentito, la lista è stata chiusa.

Intanto, in attesa di chiare disposizioni sulla riapertura, che in Germania varierà da regione a regione, la Chiesa evangelica luterana di Gottinga nei pressi di Hannover ha sperimentato il culto drive-in. Sul modello dei cinema all’aperto in voga negli Stati Uniti negli anni ’30 del secolo scorso, novanta fedeli si sono riuniti con le loro auto nel grande parcheggio dello stadio di calcio locale e hanno seguito il culto dalle autoradio delle loro vetture.

In Svizzera invece, quando le misure di allentamento sono state annunciate il 16 aprile 2020, il Consiglio federale non ha dato alcun riferimento per la ripresa dei servizi religiosi. La probabile data culto potrebbe essere l’8 giugno. 

È attraverso i social media che il presidente della Chiesa evangelica riformata svizzera (Cers) Gottfried Locher ha iniziato a interrogare le autorità federali. «Le chiese sono luoghi di forza e ne abbiamo bisogno più che mai».

Locher ha annunciato di aver discusso la questione con la consigliera federale Karin Keller-Suter, responsabile del dipartimento di giustizia e polizia. «Per favore, pensate anche alle chiese. Stiamo aspettando con impazienza che i culti possano riprendere» avrebbe detto in sostanza durante questo incontro.

Tempi più lunghi in Francia. La settimana scorsa i rappresentanti dei culti hanno incontrato in modalità virtuale il presidente della Repubblica Emmanuel Macron e la ripresa dei culti è stata ipotizzata attorno alla metà di giugno, ma come ha ricordato il presidente della Federazione protestante di Francia pastore François Clavairoly in una intervista sul settimanale transalpino Réforme «fra quindici giorni avremo un ulteriore incontro in cui potranno venire aggiornate alcune disposizioni sulla base dell’andamento dell’epidemia».

Insomma, avanti piano un po’ ovunque attorno a noi.