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Dibango, un inno a Dio

Era il figlio di due genitori protestanti che lo hanno introdotto alla musica l’artista Manu Dibango, scomparso due giorni fa colpito dalla malattia polmonare che sta funestando il mondo. 

L’hanno annunciato i familiari con un messaggio: «Cari parenti, cari amici, cari fan, una voce si alza da lontano: è con profonda tristezza che vi annunciamo la scomparsa di Manu Dibango, il nostro Papy Groove, avvenuta il 24 marzo all’età di 86 anni, a causa del Covid 19″. 

Il musicista africano era stato ricoverato la scorsa settimana in un ospedale parigino dopo essere stato trovato positivo al test. 

Il leggendario sassofonista camerunese aveva regalato al suo pubblico, solo pochi mesi fa, un grande concerto al Grand Rex di Parigi. Era lo scorso 17 ottobre già all’età di 85 anni e accompagnato da un’orchestra sinfonica composta da trenta musicisti. 

«Emmanuel N’Djoké Dibango – lo ricorda così Ernesto Assantesu la Repubblica – era nato a Douala, in Camerun, il 12 dicembre del 1933, e aveva manifestato fin da giovanissimo un grande interesse per la musica. Quindicenne viene spedito a studiare in Francia e lì inizia a suonare con molti altri artisti africani e francesi, venendo in contatto con il jazz e più in generale con i ritmi e le armonie della musica occidentale. Ma è la musica del suo continente ad affascinarlo di più, la studia, la suona, cercando di metterla in sintonia con tutto quello che ascolta in Europa. Negli anni Sessanta, nel pieno del movimento africano per l’indipendenza, entra a far parte degli African Jazz, e inizia a sviluppare un proprio stile, nel quale si mescolano jazz, soul, musica del Congo e dello Zaire, collabora con moltissimi musicisti e incide innumerevoli album. È a Kinshasa, la capitale del Congo, che le sue idee germogliano dando vita nel 1972 a un brano, Soul Makossa, che entra nella storia della musica».

Dibango cresce, dunque, in un contesto fortemente religioso e spirituale. La madre di Dibango, una sarta di professione, infatti dirigeva il coro di un Tempio protestante evangelico a Douala e spinge sin da subito il figlio a cantare. Anche lo zio paterno suonava chiesa: «Mio padre, invece, mi comprò un’armonica per corrispondenza», ricordava Dibango nelle sue interviste. 

Nella sua vita l’artista suona un po’ di tutto, dall’armonica al pianoforte al clarinetto, ma il suo primo sax arriverà nel 1953: «Ho amato da subito il suono del sassofono ma non potevo permettermelo – si legge sul sito Jeune Afrique

–, lo strumento era troppo costoso. Fu un amico a imprestarmi il primo sax in occasione di una colonia in Normandia».

Dibango la sua fede l’ha sempre conservata e divulgata attraverso la musica componendo molti brani di lode al Signore. 

Alcune canzoni cristiane di Didango sono diventate popolari in Camerun e sono state, lo sono tutt’ora, utilizzate nelle funzioni religiose, a ricordarlo è il sito Africa.la-croix . Tra i brani più famosi c’è quello composto negli anni novanta: Tu sei il nostro Signore Gesù, Alleluia.

Dibango in Italia ha collaborato con il cantante e ex Dj, Lorenzo Cherubini (in arte Jovanotti) che su Instagram ha condiviso alcune foto che li ritraevano insieme e ha scritto: «Manu Dibango il “Leone del Camerun” se l’è portato via il Covid-19 ieri a Parigi, dove mi regalò una giornata in studio di registrazione e la sua arte colta e potente. Una storia bellissima la sua, e una musica che io amo e mi ha fatto sempre viaggiare. Quest’uomo si è inventato la “disco” (SOUL MAKOSSA è considerato da molti il primissimo pezzo “dance” della storia) e ha allargato gli orizzonti del sound e quindi del mondo. #lorenzo2015cc #musica». 

Jovanotti e Dibango avevano collaborato a «Musica», brano incluso in «Lorenzo 2015 CC».

Un altro grande musicista che ha pianto la morte di «un amico» è Enzo Avitabile. Il musicista napoletano con Dibango ha più volte diviso il palco e su Facebook ha voluto ricordarlo così: «Purtroppo il mio grande amico Manu Dibango si è spento stamane a causa di questo maledetto C19. Quanti concerti insieme, quanti ricordi. Sono addolorato! #blacktarantella. […] Un tributo alla sua memoria sarà organizzato quando possibile».