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Cultura è l’incontro con l’altro

Partecipato e capace di regalare spunti di riflessione è stato il pre-sinodo delle donne evangeliche italiane, ieri sabato 24 agosto negli spazi della Galleria d’arte Filippo Scroppo di Torre Pellice, uno degli appuntamenti immancabili che precedono il sinodo delle chiese valdesi e metodiste che apre i lavori oggi 25 agosto con il culto inaugurale alle ore 15.

Organizzato dalla Fdei, la Federazione donne evangeliche in Italia, e dalla Ffevm, Federazione femminile evangelica valdese e metodista il pomeriggio si è aperto con un’animazione capace di rendere plasticamente l’idea dell’impegno delle donne presenti nei vari ambiti della vita sociale, nella chiesa, nelle associazioni, in politica, evidenziando fra l’altro come la presenza femminile in ruoli chiave di gestione diminuisca con il progredire dell’importanza della carica: molte donne con ruoli attivi in ambiti locali, molto meno a livello nazionale o internazionale.

La tavola rotonda ha visto gli interventi di tre donne con storie personali e ruoli pubblici assai differenti, che hanno ragionato attorno al tema portante della giornata, le povertà educative e culturali del nostro tempo. Marina Bertin, valdese, consigliera Fdei e assessora ai servizi sociali del comune di Luserna San Giovanni, ha ripercorso l’importanza attribuita alla cultura e all’apprendimento nella storia valdese, strumento contro l’oppressione e antidoto contro le prevaricazioni, per poi terminare con una panoramica sulle azioni che a livello locale si stanno tentando nel tentativo di arginare la carenza educativa e formativa che viene unanimemente avvertita in questi anni, in cui tornano sulle bocche delle persone parole e discorsi di odio.

Viviana Monton, battista, argentina, da anni nel nostro paese, si occupa nella vita di tutti i giorni di accoglienza delle donne migranti vittime di tratta, e partendo da questa esperienza ha evidenziato come la relazione con l’altro non è mai un percorso semplice, in quanto foriero di pregiudizi, di proiezioni di sé che ricadono sull’interlocutore, minando la linearità del rapporto, ma è solo dall’incontro con l’altro che l’esser umano può progredire, con l’ascolto, il fare propria l’altrui esperienza. Significativa la metafora usata, quella della nascita della perla, che comincia a formarsi quando un corpo estraneo, un parassita, entra in una conchiglia provocando irritazione dei tessuti; il corpo dell’ostrica per difendersi inizia a liberare una sostanza liscia e dura intorno all’oggetto estraneo, la madreperla. Da una ferita dovuta all’incontro con “l’altro” dunque, nasce la più preziosa delle sostanze.

Jutta Sperber, tedesca, pastora luterana prima sul lago Maggiore e ora in Sicilia ha sottolineato come nel testo biblico ricorra moltissime volte l’esortazione a ricordare, a fare patrimonio comune di quanto appreso, in maniera da consentire alle genti di progredire nelle conoscenze e nelle relazioni. Dal ricordo sgorga la proiezione del domani.