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I protestanti della Polinesia chiamano la Francia alla responsabilità sui test nucleari

Il 135 ° Sinodo della chiesa protestante Ma’ohi si è chiuso domenica 28 luglio sull’isola di Moorea, a 18 km dall’isola di Tahiti, nella Polinesia francese, con un culto che ha riunito, come del resto il culto di apertura, circa duemila persone. Tra le sue conclusioni, il sinodo esige «che lo Stato (la Francia per l’appunto, di cui le isole sono una collettività d’oltremare) si penta delle proprie colpe nel campo nucleare». “Vivere la pace sulla terra” è stato il tema guida dei 5 giorni di lavori per i delegati di questa chiesa, nata nel 1797 sulla spinta della Società missionaria di Londra, poi rimpiazzata nella seconda metà dall’ottocento dall’omologa organizzazione francese, e che oggi rappresenta circa il 35% dei circa 260 mila polinesiani.

E’ stato anche un sinodo di elezioni: nuovo presidente della chiesa è François Pihaatae che succede a Taaroanui Maraea. 

Le principali deliberazioni del 135 ° Sinodo dell’Epm hanno riguardato:

• Globalizzazione: «Questo fenomeno aggrava il divario sociale tra ricchi e poveri. Il sinodo esorta i leader di questo Paese ad assumere il loro ruolo di guida. Esorta inoltre il governo Ma’ohi a non cedere alle tentazioni di queste fortune, ma a rispettare il popolo. Interpella le persone a vivere la loro libertà come un bambino che ama questo mondo creato da Dio per noi e per i nostri discendenti».

• Riduzione del tasso di natalità: «Il sinodo esorta i giovani ad amare la loro identità ma’ohi, una benedizione di Dio. Il sinodo incoraggia il popolo Ma’ohi a riconoscere e accettare la benedizione ricevuta da parte di Dio» .

• Salvare i malati con la donazione di organi: «Il sinodo approva la pratica della donazione di organi per salvare il prossimo. Raccomanda tuttavia il rispetto della libertà individuale e l’autorizzazione delle famiglie per la donazione di organi».

 • Nucleare: «Il Sinodo ribadisce la sua decisione e incoraggia il proseguimento di questa missione presso le Nazioni Unite fino al trionfo della verità e della giustizia. Questa è una grande gioia per il popolo Ma’ohi Nui e per la Chiesa poiché è la prima volta una chiesa ha potuto presentarsi di fronte ai delegati delle Nazioni Unite, sostenuta dal Consiglio mondiale delle chiese e dal Consiglio ecumenico Pacifico». La questione è quella dei 193 test nucleari compiuti nella zona del Pacifico dalla Francia, in un arco di tempo che va dal 1966 al 1996. I test nucleari sono stati eseguiti fra gli atolli di Mururoa e Fangataufa nell’arcipelago di Tuamotu e hanno lasciato un’eredità di morti per cancro e di scorie (plutonio in particolare) che rilasceranno sostanze nocive nell’ambiente per i prossimi 200 mila anni, oltre a causare erosioni del terreno e stragi anche nella fauna locale. 7400 sarebbero i polinesiani ammalatisi negli anni a seguito delle radiazioni sprigionate dalle varie esplosioni. 1000 i dossier presentati alle autorità giudiziarie, relativi ad altrettante storie di dolore e sofferenza. Appena 20 fra loro hanno ricevuto indennizzi perché le loro malattie sono state effettivamente riconosciute come connesse ai test atomici. I nuovi studi dovrebbero fornire finalmente un appoggio scientifico ufficiale alle cause in corso.

I testi francesi furono uno shock assoluto per la popolazione locale, in gran parte rurale. A seguito degli esperimenti le isole sono state caratterizzate da un rapido esodo verso le città principali, con relativo abbandono delle zone più periferiche e ricche di biodiversità; la stessa economia è mutata, con la crisi del mercato della pesca e del commercio di madreperla .

(Nel 2017, alla conclusione del 133° sinodo della Chiesa Ma’ohi, è stata finalmente presentata alle Nazioni Unite una denuncia ufficiale, che ha ricevuto il supporto di una voce importante del protestantesimo mondiale: quella del pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, di cui la Ma’ohi è parte, insieme ad altre 348 chiese nel mondo).

«Il Sinodo chiede allo stato francese:

– di accettare e riconoscere la sua responsabilità e di pentirsi dei suoi errori riguardanti i crimini commessi contro Dio e il suo popolo;

– di facilitare la missione degli esperti inviati dalle Nazioni Unite su richiesta del governo polinesiano per studiare la contaminazione nucleare che sta uccidendo lentamente le persone;

– di abrogare la legge Morin che non compensa le vittime dei test nucleari».

 «Il Sinodo esorta le Nazioni Unite a obbligare lo Stato francese a rispettare le sue risoluzioni e soprattutto quella che specifica che solo il popolo Ma’ohi è il legittimo proprietario delle sue risorse naturali.

Il popolo Ma’ohi, il popolo francese e tutti gli altri popoli sono popoli di Dio. Di fronte all’atteggiamento irrispettoso dello Stato francese, il Sinodo lo invita a interrogarsi e a ripristinare i diritti e la dignità del popolo».