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Le chiese come strumento di pace

In una lettera che riproduciamo qui di seguito Chris Ferguson segretario generale della Comunione mondiale di chiese riformate, Wcrc, ricorda una serie di esempi di chiese riformate, in ogni angolo del mondo, capaci di far sentire alte le loro voci contro l’ingiustizia. La Comunione mondiale delle chiese riformate conta più di cento milioni di credenti, 233 chiese in 105 paesi e comprende congregazionalisti, riformati, presbiteriani, chiese unite e valdesi. Ha il suo ufficio operativo a Hannover ed è gestita da un comitato esecutivo di ventidue persone provenienti dai cinque continenti.

Ecco il testa della lettera:

La Chiesa presbiteriana colombiana ha fatto sentire la propria voce nel bel mezzo di un’amara e divisiva campagna presidenziale in cui era in gioco il futuro di un fragile accordo di pace che mira a porre fine a sei decenni di conflitto armato. Rispondendo a un “invito” da parte dei leader di alcune chiese evangeliche, rivolto a tutte le chiese cristiane, a «votare responsabilmente», sostenendo il candidato che prometteva di annullare l’accordo di pace, il pastore Milciades Pua, membro del Comitato Esecutivo del Wcrc, la Comunione mondiale di chiese riformate, ha scritto una lettera aperta elevando i valori Riformati radicati nel Vangelo in un atto profetico di testimonianza pubblica, concludendo, «uno dei principi della mia tradizione dice che le bugie non possono essere poste alla pari con la verità».

Una chiesa piccola è mossa dalle convinzioni della tradizione Riformata a rischiare di chiamare il male con il suo nome e a chiamare le bugie con il loro nome. Sostenuti dalla più ampia famiglia riformata mondiale sfidano la tendenza in atto e portano i valori della Scrittura a un dibattito in cui taluni cristiani usano la religione per giustificare l’ingiustizia e la violenza. Arrivando da anni di sofferenze, non solo desiderano la pace, ma la perseguono attivamente.

Negli Stati Uniti l’orrore dei bambini separati dai loro genitori e ingabbiati in condizioni disumane è giustificato dall’amministrazione Trump citando le scritture. Violenza, razzismo e ingiustizia hanno raggiunto un punto di non ritorno. Indifferenza e silenzio mettono in gioco l’integrità della fede nel Dio della Vita. Le chiese delle tradizioni Riformate negli Stati Uniti affrontano questo punto di svolta. La nostra ricerca di pace e impegno basati sulla fede per fare del bene ora deve mostrare pubblicamente il suo volto.

In entrambi i recenti incontri del Comitato esecutivo del Wcrc e nel Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese, i leader della Chiesa del Camerun hanno parlato della violenza, della persecuzione e dell’ingiustizia affrontate dagli anglofoni in Camerun in quello che è un conflitto civile praticamente non narrato dai grandi media. Le voci della Chiesa sono tra le poche a richiamare l’attenzione internazionale su un conflitto mortale che solleva lo spaventoso spettro di uccisioni di massa dello stesso livello di quanto visto in Ruanda. Inoltre: fai del bene, cerca la pace, non tacere, dice il salmista. Non passivamente ma in modo robusto, pubblicamente, attivamente. Persegui la pace: mettici dentro il tuo cuore.

I carichi di migranti salvati, molti dei quali richiedenti asilo, sono stati respinti dai porti europei. I leader discutono su come impedire alle persone di venire in Europa mentre continuano le azioni e le politiche economiche, commerciali, militari che alimentano i conflitti e accrescono la povertà, distruggono l’ambiente e perpetuano l’ingiustizia sistemica in Africa, Asia e Medio Oriente. Le voci coraggiose della chiesa in Italia, Grecia, Germania e altri paesi fanno eco al salmista: non respingere le barche … allontanati dal male … vai oltre la difesa dei confini … cerca la pace … perseguila.

Nella penisola coreana le chiese del Sud e del Nord sono state tra quelle che hanno cercato e perseguito la pace per 70 anni, e ora c’è stata una svolta radicale, quasi miracolosa, dal male. Guidata dai leader della Corea del Nord e della Corea del Sud, la Dichiarazione di Panmunjom è emersa da un vertice storico e ha detto «non più guerra». Questo ha dato il via ad un vertice importante e pieno di speranza a Singapore che ha rivendicato la richiesta di pace e la denuclearizzazione della penisola coreana e di tutto il nord-est asiatico.

Il salmista ci ricorda che il nostro impegno si basa su un movimento attivo e dinamico, soprattutto nello sforzo sostenuto nel cercare e perseguire la pace. Se l’allontanamento dal male deve essere duraturo, richiede a tutta la famiglia riformata mondiale, tra tutti gli altri, di abbracciare la possibilità di pace della Dichiarazione di Panmunjom e sostenere le chiese del Nord e del Sud per perseguirla; non essere distratti da battute d’arresto, non mancare di cogliere ogni nuova opportunità di fare del bene.

Nel concludere questa riflessione, metterò tutto questo in un altro modo: nella nostra storia recente il male è fiorito e la pace è stata lontana da noi, eppure le chiese della nostra famiglia sono state colte dalla Parola vivente di Dio che risuona chiaramente nel Salmo 34 e hanno chiesto a tutti di allontanarsi da quel male – per vedere che non tutto è perduto che attraverso la grazia di Dio il bene può emergere, che la pace è possibile e che siamo tenuti a perseguirla. Grazie a Dio è esattamente quello che stiamo facendo, sapendo che Gesù è il Principe della pace.