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Il Cec e il cammino ecumenico con Chiara Lubich

«Stiamo celebrando il 70°anniversario del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec). Un viaggio che abbiamo condiviso con le nostre chiese membro che hanno contribuito a far vivere storie, promuovere eventi, ottenere risultati e persino fallimenti; ma da sempre muovendosi nella ricerca dell’unità dei cristiani», scrive Joan Patricia Back sul sito del Consiglio ecumenico delle chiese.

Back, dedica la sua attenzione alla relazione intercorsa tra il Cec e Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari, a dieci anni dalla sua scomparsa, delineando nel tempo e nella storia il rapporto intercorso tra l’Organismo ecumenico e la fondatrice dell’«Opera di Maria», una storia che affonda le radici addirittura ai tempi del Concilio Vaticano II  dove Lukas Vischer, teologo riformato svizzero, inviato dal Cec come osservatore, conobbe Chiara.

«Determinante fu il primo invito rivolto a Chiara Lubich – scrive Back – che fu invitata da Vischer a visitare il Cec; una visita che risale al 9 novembre 1967 e in cui Lubich incontrò nell’occasione 11 membri dello staff tra cui il primo segretario generale Willem Visser’t Hooft».

Poi, il 5 ottobre 1982, Chiara fu invitata una seconda volta dal segretario generale Philip Potter per parlare davanti a 120 delegati e collaboratori e «fu in quell’occasione – ricorda Back – che Potter coniò una frase rivolgendosi a Lubich, rimasta nella storia “il suo stile è ecumenico”».

La terza visita di Chiara «assunse una formula più strutturata, fu una “settimana ecumenica” – ricorda Back – e risale all’ottobre del 2002; Lubich in quell’occasione venne invitata dal Cec e dalla Chiesa protestante di Ginevra per insegnare una settimana come docente presso l’Istituto Ecumenico di Bossey.

L’intera settimana è documentata in un libro dal titolo «Vivere nel dialogo», pubblicato in italiano, inglese, tedesco e spagnolo. Anche il Cec negli anni raggiunse Chiara presso la sede dei Focolari a Rocca di Papa, vicino a Roma nel Lazio.

La prima nel giugno 2005, visita guidata dal segretario generale Samuel Kobia. Il 26 gennaio 2008 furono invece Yorgo Lemopoulos, Martin Robra e Luzia Wehrlea raggiungere Lubich nella sua abitazione a soli due mesi dalla sua morte: «una visita voluta per esprimerle il più profondo ringraziamento per il contributo dato al movimento ecumenico», rileva Back.

In occasione della morte di Chiara Lubich, Samuel Kobia rese omaggio alla fondatrice del Movimento dei Focolari con queste parole, «il nostro amore per Chiara è immenso, come è immensa la gratitudine per il dono che, ricevuto da Dio, lei è stata in grado di regalare a tutto il movimento ecumenico. Chiara continuerà a motivarci e a ispirarci nel lavoro per l’unità della chiesa».

Dopo la morte di Chiara Lubich la nuova presidente, Maria Voce, ha continuato nella stessa direzione e tradizione portando avanti la cooperazione con il Cec.

Nel marzo 2009, Voce ha trascorso una giornata a Ginevra con Kobia; il 5 dicembre 2010, invece, l’attuale segretario generale del Cec, Olav Fykse Tveit, si è recato a Rocca di Papa per incontrarla.

La collaborazione tra il Cec e il Movimento dei Focolari è da sempre attiva e coinvolge in modo particolare i giovani, attraverso scambi e campi di formazione in diverse parti del mondo.

Silvia «Chiara» Lubich (1920-2008), fondatrice nel 1943 del Movimento dei Focolari (Opera di Maria), è considerata una delle personalità spirituali di maggiore rilievo del novecento. Cattolica, è stata impegnata in prima linea nella comunione ecclesiale, nell’ecumenismo, nel dialogo interreligioso e con persone di convinzioni non religiose. Insignita di 15 dottorati h.c. nelle più varie discipline e di diverse onorificenze da enti nazionali e internazionali, nonché di cittadinanze onorarie nelle maggior città italiane e a Buenos Aires, è stata promotrice instancabile di una cultura dell’unità e della fraternità tra i popoli.

Il Movimento dei focolari o Opera di Maria è un movimento laico nato nella Chiesa cattolica che ha come fine la realizzazione dell’unità tra le persone, come richiesto da Gesù secondo il racconto del Vangelo secondo Giovanni (17,21). Ne consegue una precisa vocazione ecumenica oltre che al dialogo in altri settori della cultura. Il movimento, fondato in Italia, è diffuso in tutto il mondo ed è coordinato dal suo centro internazionale.