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Siria. Attacchi aerei «brutali» e «ingiustificati»

I raid aerei occidentali contro il presidente Assad sono una «chiara violazione delle leggi internazionali della Carta delle Nazioni Unite, perché è un attacco ingiustificato a un Paese sovrano, membro dell’Onu», hanno affermato i capi delle tre maggiori chiese presenti in Siria, che sostengono il regime del presidente Bashar al-Assad.

In una dichiarazione pubblicata sabato 14 aprile e firmata da Giovanni X, il Patriarca greco-ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente, da Ignazio Aphrem II, Patriarca siriaco-ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente, e da Giuseppe Absi, Patriarca melchita-greco cattolico di Antiochia, Alessandria e Gerusalemme, si legge: «Condanniamo e denunciamo la brutale aggressione che ha avuto luogo questa mattina contro il nostro prezioso Paese, la Siria, da parte degli Stati Uniti, della Francia e del Regno Unito, con l’accusa secondo la quale il governo siriano avrebbe usato armi chimiche». «Le accuse degli Stati Uniti e di altri Paesi secondo cui l’esercito siriano starebbe usando armi chimiche e che la Siria è un Paese che possiede e usa questo tipo di armi, sono affermazioni ingiustificate e non supportate da prove sufficienti ed evidenti».

Nella dichiarazione i tre leader chiedono al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove siedono Francia, Stati Uniti e Regno Unito, di «svolgere il proprio compito naturale nel portare la pace anziché contribuire all’escalation delle guerre».

Inoltre, esortano le chiese dei paesi che hanno partecipato all’aggressione affinché «realizzino i loro doveri cristiani, secondo gli insegnamenti del Vangelo, e condannino questa aggressione, richiamando i loro governi a impegnarsi per la protezione della pace internazionale».

«Ci provoca grande dolore – affermano i tre leader religiosi – che questo assalto provenga da paesi potenti a cui la Siria non ha causato alcun danno in alcun modo. (…) Questa ingiusta aggressione distrugge le possibilità di una soluzione politica pacifica, porta a maggiori complicazioni, (…) incoraggia le organizzazioni terroristiche e dà loro slancio per continuare nella loro azione terrorista».

Subito dopo l’attacco missilistico, l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha pubblicato sul suo profilo Facebook una preghiera per la pace in Siria, ma non ha espresso il suo punto di vista sui raid aerei: «Sii misericordioso con la gente della Siria, porta la giustizia nelle loro sofferenze e lascia sorgere una nuova vita dove ora c’è distruzione e paura» si legge fra l’altro.

Sempre il 14 aprile in una dichiarazione congiunta, il presidente della Federazione luterana mondiale, l’arcivescovo dott. Panti Filibus Musa, e il segretario generale Rev. Dr. Martin Junge, a nome della Comunione globale delle chiese luterane, hanno chiesto «l’immediata interruzione della spirale di azione militare che sta conducendo il mondo più vicino ad un conflitto militare globale».

La Flm ha invitato i leader dei governi e delle Nazioni Unite ad utilizzare gli strumenti, le convenzioni e le procedure disponibili per affrontare qualsiasi disputa e conflitto tra e all’interno degli Stati; e ha chiesto alle sue chiese membro di pregare per la giustizia e la pace nel mondo, in particolare, per la pace in Siria e in Medio Oriente.

Giorni prima dell’attacco missilistico congiunto Usa-Francia-Gran Bretagna, la Conferenza metodista nel Regno Unito aveva esortato il governo a non lanciare attacchi aerei, mentre la Chiesa anglicana in Galles – in risposta al sospetto attacco chimico a Douma – aveva appoggiato le richieste di un approccio diplomatico invece dell’intervento militare in Siria.