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Berlinale. Il Premio della giuria ecumenica al film tedesco «Nelle corsie»

La commedia tedesca “In den Gängen” (»Nelle corsie») di Thomas Stuber, in concorso nella competizione ufficiale del 68. Festival internazionale del film di Berlino, si è aggiudicata il Premio della giuria ecumenica.

Nel prenderlo in consegna, sabato scorso durante la cerimonia di premiazione delle giurie indipendenti del Festival, il regista si è detto molto sorpreso, anche perché il film è stato proiettato tra gli ultimi, cosa che in genere risulta penalizzante. Eppure, il film di Stuber, che racconta la storia di un operaio edile che perde il lavoro e si vede a dover ricominciare da zero come magazziniere in un ipermercato, ha convinto la giuria ecumenica, non ultimo perché ricorda il versetto biblico “Beati i puri di cuore” (Matteo 5,8). Nella motivazione si legge: «Se la vita è un supermercato, allora ciò di cui abbiamo bisogno non si trova sugli scaffali, ma nelle corsie».

Nella stessa sezione una menzione speciale è andata a «Utøya 22 luglio» del norvegese Erik Poppe, che traccia – con sequenze lunghissime e a mezzo soltanto di una telecamerina – la tragedia dell’attentato costato la vita a 69 giovani nel 2011 sull’isola norvegese. Una pellicola, per i giurati, che di fronte alla tragedia è in grado tuttavia di esprimere momenti di grande forza e speranza.

Riconoscimenti anche nelle sezioni “Panorama” e “Forum” del Festival: nella prima si aggiudica il premio della giuria ecumenica il film tedesco «Styx» di Wolfgang Fischer, nella seconda il premio è assegnato al documentario argentino/spagnolo «Teatro de guerra» di Lola Arias.

La storia di «Styx», «artisticamente eccezionale e pieno di suspense», è convincente perché racconta di «una brava donna samaritana, che dimostra di essere intransigente e intelligente nella sua dedizione ai rifugiati, e che dà una risposta convincente a una delle più grandi sfide etiche del nostro tempo».

Per quanto riguarda il documentario, che rivela le storie personali di ex-soldati britannici e argentini le cui vite furono profondamente condizionate dalla guerra delle Falkland, la giuria ecumenica sottolinea l’importanza di fare memoria: «è lavorando sul ricordo che possono aprirsi strade ad una nuova vita. L’umanità non deve essere distrutta dalla guerra».

Per gli enti promotori della giuria ecumenica e per la composizione della stessa in occasione di questa edizione della Berlinale, clicca qui.