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Verso una consulta ecumenica

Il titolo di questa rubrica è «Il cammino verso l’unità». Un cammino molto lento, che negli ultimi decenni ha subìto varie battute d’arresto, tanto che molti hanno parlato prima di autunno  e poi addirittura di inverno dell’ecumenismo. Proprio in questi mesi freddi, invece, sembra essere tornata la primavera. Mi riferisco anzitutto all’incontro di Lund in Svezia, il 31 ottobre scorso, dove i cinquecento anni della Riforma protestante sono stati commemorati in modo ecumenico, con la presenza di papa Francesco. Per l’Italia, due settimane dopo, abbiamo vissuto un altro momento di «primavera ecumenica» con il convegno nazionale che si è svolto a Trento su «Cattolici e protestanti a 500 anni dalla Riforma. Uno sguardo comune sull’oggi e sul domani». L’evento era promosso dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) in collaborazione con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei). Personalmente, essendo impegnato nel movimento ecumenico da più di trent’anni, devo dire che da tempo non mi capitava di partecipare a un incontro così incoraggiante. Riandando con la memoria, direi che l’ultima esperienza simile l’ho vissuta quindici anni fa a Strasburgo, durante la settimana di Pasqua del 2001, nell’incontro che ha lanciato la Charta Oecumenica – linee guida per la crescita della collaborazione tra le Chiese in Europa. Ovviamente si è trattato di due incontri molto diversi tra loro – quello di Strasburgo era un incontro ecumenico europeo, quello di Trento un convegno nazionale promosso dai cattolici in collaborazione con gli evangelici. Ciononostante ho ritrovato a Trento almeno due elementi della Charta Oecumenica: la voglia di impegnarsi davvero per far avanzare la collaborazione tra le chiese (vale la pena di ricordare che il ritornello della Charta era: «ci impegniamo»); e poi un giusto equilibrio tra dialogo sul piano teologico e testimonianza comune nella società, tra ecumenismo «spirituale» e impegno per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato.

A conclusione dei lavori è stata ribadita la volontà di dare continuità al lavoro ecumenico in Italia, creando finalmente un organismo ecumenico nazionale: non sarà ancora un vero e proprio «consiglio nazionale di chiese» come quelli che esistono da decenni in quasi tutti i paesi europei, ma per ora una più snella «consulta ecumenica» con la partecipazione di cattolici, ortodossi e protestanti. All’indomani della chiusura del convegno, il 19 novembre, l’Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, riunita a Roma, si è rallegrata per la riuscita dell’incontro di Trento e ha auspicato «che il cammino comune prosegua anche attraverso la creazione di uno strumento di consultazione ecumenica a livello nazionale».

Foto: KalleknOpera propria, CC BY-SA 3.0, Collegamento