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Prende corpo «Spazio Aperto», un’iniziativa sostenuta dall’otto per mille

«Spazio Aperto», l’iniziativa messa in campo dalla chiesa metodista di Milano già da alcuni anni, si è consolidata in questi ultimi mesi con due nuovi progetti rivolti alla cittadinanza: il Bookcrossing e Breakfast Time.

L’impegno nelle attività sociali, che da sempre caratterizza la chiesa metodista, si concretizza in queste nuove iniziative con una particolare attenzione verso il quartiere di riferimento.

Come ci spiega Daniela Tecchio, referente del Bookcrossing, «la nostra comunità è nata in un quartiere di periferia, molto popolare e con diversi problemi, che oggi è diventato invece piuttosto trendy, uno sfavillio di luci in cui si incrociano mille storie e soprattutto tante nazioni e culture. Un melting pot in cui accanto alla borghesia milanese si incrocia un’umanità ai margini, fatta di colf filippine, ambulanti africani… Ed è proprio a questa umanità variegata che si rivolge l’iniziativa, dando la possibilità di condividere gratuitamente libri in varie lingue (tra cui arabo, tagalog…), al tempo stesso andando incontro a quanti hanno poca disponibilità economica, e divulgando un diverso approccio al libro (il libro da scambiare liberamente, non solo da acquistare)».

L’attività è ancora agli inizi, ma l’energia è tanta: «Per il momento la “squadra” comprende due persone fisse, cui si uniscono volontari a rotazione, ma l’obiettivo è di potenziare il gruppo anche per creare altre iniziative, ad esempio letture in lingue diverse. Una volta al mese, il sabato o la domenica, ci ritroviamo sotto il portico di via Porro Lambertenghi 28, coivolgendo anche il gruppo musicale formato da italiani e anglofoni».

Il Bookcrossing multilinguistico rappresenta in un certo senso la realtà stessa della chiesa, formata da persone di provenienze diverse, e allo stesso tempo è un servizio offerto al territorio, con cui esprime un forte legame.

Anche l’altro progetto, Breakfast Time, è fortemente orientato al territorio e ha una valenza sociale altrettanto forte: consiste infatti nel portare un pasto ai senzatetto di Isola/Garibaldi/Gioia, in particolare la domenica mattina.

Coordinata da Costantino Sbacchi, l’attività è partita a metà gennaio. «L’idea nasce da un’attività svolta in autunno con il gruppo di catechismo – spiega Sbacchi – in collaborazione con la chiesa avventista, che distribuisce pasti serali per i senzatetto nella zona centrale di Milano (zona Duomo, per intenderci). Abbiamo deciso di portare una sera i ragazzi a distribuire i pasti e per tutti è stata un’esperienza toccante: ma oltre all’emozione provata in quel momento, i volti incontrati e le storie ascoltate, ci siamo resi conto che ci voleva davvero poco per fare lo stesso anche noi!».

Intorno al nucleo di volontari più assidui, si muovono una serie di persone: «Non è chiesto un impegno minimo, tutti sono liberi di provare, anche per capire di che cosa si tratta e vedere se piace o meno. Finora devo dire che l’esperienza è piaciuta a tutti!». Partecipare è molto semplice: basta andare sul sito web della chiesa metodista, entrare nella pagina dedicata, scegliere la domenica in cui si vuole prestare servizio, lasciare il proprio nome e indirizzo mail.

Sull’insolita scelta della domenica mattina, Sbacchi spiega: «Abbiamo scelto una formula un po’ diversa da quella degli avventisti, anche perché molti membri della chiesa vengono da fuori Milano, fare il servizio la domenica mattina prima del culto era un buon modo per ottimizzare il tempo e il viaggio, ma anche impegnarsi ad andare al culto!»

L’idea funziona, si è formato un gruppo eterogeneo, dai ragazzi del catechismo alle persone mature, già riconosciuto come «quelli con la pettorina rossa della chiesa metodista». I senzatetto li aspettano e hanno delle aspettative: «Ci sgridano se arriviamo in ritardo e ci esprimono le loro preferenze, ad esempio se il tè non è abbastanza zuccherato», ricorda ancora Sbacchi.

La maggior parte dei volontari sono membri della chiesa metodista (sporadicamente, qualcuno ha portato con sé un parente o un amico), ma l’attività è stata pubblicizzata anche nelle chiese sorelle, battiste e valdese, e alcuni hanno già aderito.

Proprio la collaborazione fra le chiese è uno degli elementi di questi progetti, e la speranza è che la partecipazione si allarghi ulteriormente. Ci sono infatti altri progetti in cantiere, come l’orto urbano condiviso, una iniziativa per favorire l’integrazione e ampliare l’offerta di aiuto alimentare per i bisognosi. L’orto urbano riceve il sostegno dell’otto per mille della Chiesa valdese con un progetto specifico, ma è finanziato anche lo Spazio aperto, punto d’incontro e attività sociali per giovani e adulti, con le attività del Bookcrossing e di Breakfast Time, così come i corsi di cucina etnica, un’altra attività svolta in questo contesto.

Foto: via flickr.com, autore: Ginny