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Aria, poste e scuole a Luserna San Giovanni, le novità

Il pastore valdese di Luserna San Giovanni Giuseppe Ficara ci aveva avvertito che quella di domenica scorsa sarebbe stata una bella giornata ecumenica, comunitaria e d’integrazione. In effetti il concerto del coro di migranti nigeriane, tra cui molte sono protestanti, ha fatto incontrare la corale della comunità valdese e il coro dei giovani della parrocchia cattolica insieme a molti lusernesi arrivati in piazza Partigiani «Un evento storico dal sapore ecumenico che speriamo essere il primo di altri in futuro» ha detto il sindaco Duilo Canale.

Ora l’amministrazione deve andare avanti e nei prossimi mesi ci sono alcuni temi in agenda di grande importanza: il nuovo ufficio postale di via I maggio, sventrato da un’esplosione e dalla rapina del 20 marzo scorso, la presenza della centralina dell’Arpa che monitora la qualità dell’aria, e un’ipotetica riorganizzazione delle materne e delle elementari.

Poste

Il nuovo ufficio postale è pronto da alcune settimane ma non è stato aperto ad ottobre come Poste Italiane aveva detto.

«Ho parlato oggi pomeriggio con il direttore di zona di Poste Italiane [Pierangelo Zampese, direttore della filiale di Pinerolo, da cui dipendono i 112 uffici postali di Pinerolese e Valle di Susa ndr] che mi ha assicurato che intorno al 15 gennaio la Posta di via I maggio 46 sarà aperta definitivamente con annesso nuovo Banco Posta. C’è stato un problema alla porta automatica che hanno dovuto cambiare», spiega il sindaco Duilio Canale. Al momento rimangono a disposizione ancora le poste di Luserna Alta e Torre Pellice.

Qualità dell’aria e centrale a biomasse

Una centralina mobile dell’Arpa era stata piazzata a luglio per un mese a Luserna per monitorare la qualità dell’aria in prossimità della rotonda di Piazza Partigiani, uno dei posti più trafficati della val Pellice. A dicembre il test si è ripetuto per monitorare la qualità dell’aria invernale. Nel frattempo sono arrivati i dati di quest’estate. «Ci sono stati consegnati a ottobre e contengono molte indicazioni: l’aria in quel punto, com’era prevedibile, ha un’alta concentrazione di benzene. Ora attendiamo i dati di dicembre, ci faremo fare una media ponderata e una lettura comprensibile dagli esperti di Arpa in modo da capire bene quei dati e agire di conseguenza», aggiunge Canale. «Abbiamo chiesto che ci fosse un’interruzione nell’accensione della centrale a biomasse in modo da avere i dati della seconda fase di monitoraggio dell’aria non alterati dai fumi della centrale. Intorno ai primi di gennaio partirà la fase di accensione della centrale che durerà in tutto 60 giorni per avere tutti i collaudi necessari».

La centrale a biomasse (foto Diego Meggiolaro)

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Accentramento scolastico?

Si ragiona anche sull’ipotesi di unire le quattro scuole dell’infanzia (ex materne) e le quattro scuole primarie (ex elementari) dell’Istituto Comprensivo Edmondo De Amicis di Luserna San Giovanni in soli due plessi. Tutte le elementari nel nuovo ex Istituto per geometri e commerciali “G.B Alberti” e tutte le materne nello storico edificio del 1936 di via Volta.

Il sindaco spiega: «Circa 15-20 giorni fa siamo stati al demanio con la Città Metropolitana. L’ex Istituto Alberti ora è di nuovo di proprietà del comune di Luserna. E’ una scuola moderna con 400 posti, antisismica, con tutti i parametri di sicurezza in termini di copertura da parte dei vigili del fuoco e delle barriere architettoniche, è in centro al paese e al momento è inutilizzata. L’interno è perfetto e molto bello, gli edifici sono adatti a parte i sanitari dei servizi igienici che sono da valutare. Però ha laboratori, biblioteche, e un ampio spazio per la ricreazione». In termini di sicurezza e legalità la proposta è fondata; potrebbe esserlo anche dal punto di vista economico. «Un risparmio c’è sul lungo periodo: i due plessi di San Giovanni e Luserna alta sono estremamente degradati, non sono antisismici e necessitano di manutenzioni continue, ogni volta che piove si riempiono d’acqua. Il tetto a Luserna alta è da rifare, a San Giovanni sono i serramenti che andrebbero cambiati. O andiamo a fare interventi spot senza una prospettiva o ripensiamo l’organizzazione prendendo in considerazione l’ex Alberti».

Questa per il momento è solo un’idea e l’amministrazione non ha fretta di decidere. Il sindaco assicura che se ne parlerà con i tempi necessari con tutti i soggetti interessati: genitori, insegnanti e direzione. «Con il nuovo anno faremo delle riunioni di plesso per comprendere le problematiche e affrontarle insieme. Vogliamo sentire il parere di tutti; per questo faremo riunioni con genitori e insegnanti e vogliamo raggiungere il risultato ottimale».

Mettere i bambini del terzo millennio tra i 3 e i 5 anni in una scuola del 1936 ha senso? «Le assicuro che la sede centrale di via Volta è migliore delle più piccole sedi realizzate negli anni settanta. Dopo la scuola media e l’Alberti è ancora la sede migliore che abbiamo per ampiezza delle aule, illuminazione e spigoli arrotondati dei muri».

Che valenza educativa ha, però, riunire 400 bambini da una parte e 400 dall’altra in due sedi dopo che per anni si è ragionato e lavorato su gruppi ridotti di bambini e bambine per offrire loro un’educazione più mirata e possibilmente migliore? «Questo lo valuteremo tutti insieme. Prima di Natale abbiamo inviato al demanio la comunicazione che ci interessa utilizzare l’istituto Alberti. Presenteremo un’idea-progetto, la discuteremo e nei primi di gennaio faremo un giro di valutazioni e pareri anche perché mi auguro che in molti partecipino e abbiamo suggerimenti, proposte e valutazioni importanti da fare per raggiungere tutti insieme la decisione migliore. Noi vogliamo sentire tutti i soggetti coinvolti per poi decidere. Non deve essere un’imposizione, ma abbiamo una struttura [l’ex Alberti ndr] con certe caratteristiche e i bambini che non stanno in strutture adeguate e io come sindaco non posso esimermi da tenere in considerazione questo aspetto».

Attendiamo le riunioni informative, le valutazioni degli insegnanti e soprattutto quelle dei genitori per capire quale crederanno sarà la soluzione migliore per i loro figli.  

Ascolta l’intervista completa su sito di RBe

Foto Diego Meggiolaro