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Sfogliando i giornali del 10 dicembre

01 – «Violenze inefficaci» “Torture, bugie e brutalità”. Il Senato Usa inchioda la Cia

Il rapporto del Senato degli Stati Uniti sulle azioni della Central Intelligence Agency durante la sua “guerra al terrore”, seguita agli attentati di New York dell’11 settembre 2001, presentato ieri, racconta di «torture e brutalità, insabbiamenti e inganni», offrendo un quadro che The Gospel Herald definisce «disturbante». Nelle 6.000 pagine del rapporto, di cui ieri è stato pubblicato un riassunto di 600 pagine “ripulito” da nomi e luoghi coperti dal segreto di stato, la Commissione intelligence del Senato sostiene che «le tattiche utilizzate dalla Cia nei suoi interrogatori sono state inefficaci». Stando al dossier, infatti, le torture e le intimidazioni non hanno avuto alcun ruolo nello sventare attacchi terroristici, nella cattura di persone ricercate e persino nella scoperta del luogo dove si nascondeva Osama Bin Laden, ucciso nel maggio 2011 in Pakistan. La Commissione ha lavorato su fatti avvenuti tra il 2001 e il 2009, anno in cui il presidente Obama aveva deciso di interrompere il programma di detenzione e interrogatori introdotto dal suo predecessore, George W. Bush, e ha impiegato cinque anni per completare la sua analisi. Secondo lo stesso Obama i metodi descritti sono «contrari ai valori americani e non devono essere mai più usati, anche perché hanno fatto significativi danni alla reputazione americana nel mondo».

02 – Liberato in Mali Serge Lazarevic, l’ultimo ostaggio francese

Il presidente francese François Hollande ha annunciato ieri che Serge Lazarevic, l’ultimo cittadino francese ostaggio in zone di conflitto, è stato liberato dopo tre anni di prigionia in Mali. La notizia, che aveva cominciato a circolare su alcune testate già nella mattinata di ieri, è poi stata seguita dalle dichiarazioni dello stesso Lazarevic, che ha affermato di essere in buona salute. L’uomo d’affari di nazionalità franco–serba era stato catturato in Mali da Aqmi, sigla di Al Qaeda nel Maghreb islamico nel novembre 2011 assieme al suo connazionale Philippe Verdon. Nel luglio 2013 Verdon era stato ucciso per ritorsione contro l’intervento francese in Mali. Non è chiaro se il governo francese abbia pagato un riscatto, come affermato da uno dei gruppi touareg che hanno contribuito alle trattative, o se tutto si sia svolto su un piano esclusivamente diplomatico, come sostenuto dal ministero degli Esteri. «Ciò che conta – ha concluso Hollande – è che non ci sono più ostaggi francesi in nessun paese del mondo».

03 – Nel 2014 oltre 3400 morti nel Mediterraneo, «la strada più mortale del mondo»

L’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, ha definito il Mediterraneo «La strada più mortale del mondo». Da gennaio ad oggi sono infatti 3419 i migranti che hanno perso la vita in questo mare mentre tentavano la traversata. Dall’inizio dell’anno, afferma l’Unhcr, sono stati oltre 207.000 i migranti che hanno tentato di attraversare il Mar Mediterraneo, una cifra quasi tre volte superiore al precedente record del 2011, quando 70.000 migranti erano fuggiti dai loro Paesi durante la primavera araba. Secondo i dati dell’agenzia le partenze avvengono quasi tutte dalle coste libiche e le mete sono, in 8 casi su 10, Italia e Malta. Si tratta delle migrazioni più grandi da quando vengono pubblicati questi rapporti, e la provenienza geografica racconta di persone in fuga dai conflitti in Siria, Iraq, Eritrea e Somalia. Nel 2014, almeno 348 mila persone nel mondo, Mediterraneo compreso, hanno rischiato la vita in mare per migrare o cercare asilo in altri Paesi. Per l’Onu la priorità è quella di «Affrontare le cause per prevenire nuove tragedie».

04 – Palestina ottiene status osservatore alla Corte penale internazionale dell’Aja

I 122 Paesi membri della Corte penale internazionale, che ha sede a L’Aia, hanno riconosciuto alla Palestina lo status di paese osservatore. Si tratta di un passo simbolico, accolto come un segnale importante verso l’obiettivo finale dell’adesione effettiva alla Cpi da parte dell’Autorità nazionale palestinese. La decisione segue di due anni quella dell’Assemblea generale dell’Onu, che nel 2012 aveva votato e riconosciuto a Palestina come Stato osservatore non membro, permettendole di aderire allo Statuto di Roma, il trattato istitutivo della Corte penale. Israele ha reagito duramente a questa votazione dei membri della Cpi. «Stanno giocando con il fuoco», ha dichiarato un parlamentare israeliano. «Se continueranno rischieranno di essere perseguiti per il coinvolgimento in atti di terrorismo e per il lancio di razzi dal loro territorio». Tuttavia, sembra concreta anche l’ipotesi che l’Anp voglia portare Israele davanti alla Cpi per crimini di guerra, anche se tecnicamente potrebbe non essere possibile in quanto la Palestina non risulta riconosciuta come Stato.

05 – Il sindaco di Roma annuncia la svolta sui campi rom

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha scritto ieri una lettera all’Associazione 21 luglio, un’organizzazione non profit impegnata nella promozione dei diritti delle comunità rom e sinti in Italia, annunciando una svolta sul modello di gestione dei campi rom a Roma e dintorni. Il sindaco si è impegnato a sviluppare un piano di superamento del modello dei centri nomadi e avviare una nuova politica dell’inclusione. «Scoperchiata la pentola del malaffare – racconta Europa – è venuto fuori che il sistema romano attingeva a piene mani risorse anche dal sistema dei campi rom». Per questo ora l’obiettivo di Ignazio Marino è quello di superare definitivamente e in maniera strutturale il sistema dei campi rom che viola in modo sistematico i diritti umani e rappresenta uno spreco di risorse pubbliche prive di ricadute positive. Positivo il commento dell’Associazione 21 luglio, destinataria della lettera, che per prima aveva denunciato irregolarità nella gestione del sistema dei campi.

Foto: “Netherlands, The Hague, International Criminal Court” di Vincent van Zeijst – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.