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Attentati a Parigi. Le chiese fanno appello alla speranza e al dialogo nonostante tutto

Immediati sono stati i messaggi di cordoglio provenienti dal mondo protestante ed ecumenico in seguito all’attacco terrorista senza precedenti avvenuto il 13 novembre in diversi punti di Parigi. 129 i morti e oltre trecento i feriti: un bilancio che rimane purtroppo ancora oggi provvisorio.

François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia ha scritto: «Dobbiamo stare uniti in questa prova. I valori della Repubblica e della democrazia sono presi di mira, così come la fraternità umana è messa alla prova da atti ingiustificabili guidati dal male. La Federazione protestante di Francia, solidale con tutti quelli che operano per la giustizia, l’ordine e la pace, esprime la sua determinazione a perseguire la sua missione di testimonianza di una speranza inespugnabile e a resistere a qualsiasi forma di fanatismo».

Il past. Laurent Schlumberger, presidente del Consiglio nazionale della Chiesa protestante unita di Francia, in un messaggio rivolto alle chiese locali, ha scritto «Di fronte a tanta paura e sconforto, cosa possiamo fare? Possiamo pregare… possiamo condividere parole, sospiri, lacrime, mettendo in discussione la rabbia. Possiamo anche nutrire la solidarietà e la fraternità, così fragili e così preziose, che ci sono state affidate».

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Foto “2015-11-14 Freundeskreis Hannover in Hildesheim, (280). Hildesheimer Dom St. Mariä Himmelfahrt Pray for Paris. Je suis Paris. Nous sommes Paris” by Foto: Bernd Schwabe in HannoverOwn work. Licensed under CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons.

Ferma condanna da parte del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec). Oltre ad una lettera di solidarietà inviata ai responsabili delle chiese cristiane francesi dal past. Olav F. Tveit, segretario generale del Cec, il Comitato esecutivo ha dichiarato: «Non possiamo e non accettiamo che un’atrocità terrorista del genere possa essere giustificata in nome di Dio o di qualsiasi religione. Condanniamo, rifiutiamo e denunciamo. Cerchiamo un confronto, ribadendo la difesa dei diritti democratici, interculturali e umani, valori che questo terrorismo cerca di attaccare. (…) Non lasciamo che questi eventi riducano la nostra ospitalità a coloro che fuggono dalla violenza e dall’oppressione. Continuiamo a fare ciò che ci è richiesto: agire con giustizia, amare la misericordia e camminare umilmente con il nostro Signore».

Sul compito affidato alle chiese è tornato anche Guy Liagre, segretario generale della Conferenza delle Chiese europee (Kek): «Questi tragici eventi spingono la Kek a rafforzare il nostro lavoro per la costruzione della pace e la riconciliazione. Dobbiamo continuare, sulla base della nostra fede cristiana, a difendere i nostri valori. Ci impegniamo per un’Europa umana, un’Europa socialmente consapevole, in cui prevalgono i diritti umani e i valori della pace, della giustizia, della libertà, della tolleranza, della partecipazione e della solidarietà», ha detto Liagre, citando la Charta Oecumenica del 2001.

In una dichiarazione congiunta il vescovo Munib A. Younan e il past. Martin Junge, rispettivamente presidente e segretario generale della Federazione luterana mondiale (Flm), hanno sottolineato che i recenti attacchi non devono scoraggiare gli sforzi da parte di persone di fede a lavorare insieme per promuovere la pace e la giustizia, e hanno ribadito un enfatico «no» ad utilizzare motivi religiosi per giustificare la violenza. «Questo è il momento per le chiese, le sinagoghe e le moschee di pregare e lavorare ancora di più per la pace all’interno e tra le loro comunità, e di farlo insieme ove possibile», hanno dichiarato i due leader luterani.

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Foto “Blue, white, red candles in prayer for people affected by the November 2015 Paris attacks (22974591656)” by Ashley Steel from San Diego, USA – Please join us in prayers for everyone affected tonight in Paris and around the world. Sat with my beautiful neighbors tonight <3. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons.

Anche Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, esprimendo il suo cordoglio per le vittime, ha detto: «Si tratta di una lotta globale e generazionale contro un culto malvagio che sceglie la morte e la paura. Noi scegliamo la vita e la speranza per contrastare il loro odio con la potenza dell’amore di Dio. Nella solidarietà con tutte le fedi e non, e con tutti gli esseri umani, piuttosto che nel vittimismo di qualcuno, troveremo il modo di sconfiggere la maledizione demoniaca del terrorismo. I cristiani sono chiamati, come Gesù, a stare con il sofferente e l’oppresso e a contrastare il male e la paura con tutte le forze».

Messaggi di solidarietà sono giunti anche dal Consiglio mondiale metodista, da Act Alliance, dalla Federazione battista di Francia e da altre chiese protestanti in Europa e nel mondo.

Sul versante italiano il pastore Eugenio Bernardinimoderatore della Tavola valdese, ha inviato una lettera di solidarietà al past. Laurent Schlumberger, presidente del Consiglio nazionale della Chiesa protestante unita di Francia: «Mentre i nostri pensieri sono rivolti alla Francia, a Parigi, alle vittime di questo nuovo attentato e ai loro familiari, preghiamo il Signore della pace e della riconciliazione affinché dia coraggio e speranza a voi e a noi, e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, per continuare a camminare sulla via della soluzione non violenta dei conflitti, della convivenza rispettosa delle diversità e della democrazia. Come chiese cristiane che vivono in Europa, ribadiamo il nostro impegno a promuovere – in Europa come in ogni altra parte del mondo – il dialogo tra i popoli, le religioni e le culture contro ogni fanatismo, integralismo, intolleranza, incitamento all’odio, tanto più quando pretende di attribuirsi giustificazioni religiose o teologiche».

Il pastore Raffaele Volpe, presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi), ha dichiarato: «L’attacco a Parigi per noi battisti non è soltanto una pura e semplice crudeltà. Un male inutile. Banale. Che produrrà altre vittime. L’attacco di Parigi mette in discussione quanto abbiamo sempre creduto e testimoniato anche con la vita nei quattrocento anni di esistenza, e cioè che bisogna difendere con tutta la forza possibile l’unicità di ogni singola persona. Un atto terroristico si fonda sul principio che l’altro non sia una persona con i suoi sogni, la sua libertà, la sua coscienza, ma un simbolo. Un freddo simbolo, invece che un volto unico e irripetibile. Se vogliamo sconfiggere il terrorismo dobbiamo metterci la passione nel credere che in un bistrot, allo stadio o per la strada un venerdì sera noi celebriamo la libertà, quella stessa libertà che abbiamo nel cantare un inno nelle nostre diverse sale di culto. Dobbiamo metterci la passione nel riconoscere quanto sia bella e non scontata la nostra libertà».

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Foto “Paris Shootings – The day after (22593628608)” by Maya-Anaïs Yataghène from Paris, France – Paris Shootings : The day after. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons.

Mentre il past. Stefano Paris, presidente dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del 7° Giorno, ha dichiarato: «Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime, ai feriti e al popolo francese». Ha poi chiesto alle chiese cristiane avventiste italiane di dedicare un minuto di silenzio, sabato 21 novembre, alle ore 11, a tutti coloro che sono stati colpiti da questa nuova, immane e insensata tragedia.

Anche la Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei) – si legge in un comunicato –condanna la violenza avvenuta a Parigi e l’uso del nome di Dio per commettere crimini così efferati. «Nulla di quanto accaduto può essere giustificato con l’appartenenza alla religione islamica, ma solo con il fanatismo omicida di terroristi. Un pensiero speciale va a Valeria Solesin, giovane donna che aveva lavorato con Emergency, portando avanti valori di altruismo e solidarietà.

Nonostante la gravità dei fatti, come donne evangeliche che si ispirano all’insegnamento di Cristo, continueremo a mantenere buone relazioni con le musulmane e i musulmani pacifici residenti nel nostro Paese, perché, dopo quanto accaduto, saranno più esposti a pregiudizi e sospetto da parte di chi non sa fare la differenza fra terroristi e fedeli».

Foto copertina “Paris Shootings. The day after. At Place de la République (22998584172)” by Maya-Anaïs Yataghène from Paris, France – Paris Shootings : The day after. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons.