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Lo sport che unisce

Una maniera differente di vivere lo sport. Una scommessa vincente. L’Afro Napoli United è la prima squadra di calcio nata in Italia composta quasi interamente da migranti, creata nel 2009 dalla fantasia e dal cuore di Antonio Gargiulo, imprenditore, e di alcuni amici senegalesi, in una terra difficile, a forte infiltrazione malavitosa, a Mugnano, alle porte di Napoli. Paese il cui sindaco Luigi Sarnataro ha appena ricevuto una busta con pagine bruciate del Corano e un dvd con un video nel quale si mostra come siano state distrutte le pagine del libro sacro, tanto per capire l’aria che tira. Di contro sono molti i cittadini del paese e del circondario che seguono con attenzione e passione la squadra.

I calciatori sono per la maggiore africani e provengono dal Senegal, dalla Costa d’Avorio, da Capo Verde, dal Gambia, ma anche da paesi sudamericani come Paraguay e Perù. Ovviamente, in squadra ci sono anche ragazzi napoletani, tutti insieme uniti per lanciare un messaggio: la diversità è un valore da preservare e non da contrastare, un’arma vincente.

L’obiettivo è dire no al razzismo in maniera plastica, evidente a tutti, concreta, con una squadra in cui convivono culture e religioni differenti.

Se poi arrivano anche le vittorie tutto diventa ancora più bello: in due anni arrivano due promozioni, dalla terza alla prima categoria.

Di giorno raccolgono arance, pomodori, fanno i camerieri, i muratori, sono impegnati fra questure, prefetture e permessi di soggiorno da rinnovare; nel week end mettono da parte per qualche ora le preoccupazioni per calciare un pallone in compagnia.

E se l’Afro Napoli United è una squadra che lancia messaggi forti, anche il luogo scelto per la presentazione di questa sera non può essere casuale: la nuova stagione verrà inaugurata in una struttura sequestrata alla camorra, il fondo rustico “Amato Lamberti” di Chiaiano, gestito dall’associazione (R)esistenza anticamorra, oggetto di svariati atti di vandalismo e furti da chi evidentemente non accetta oasi d legalità nel proprio regno. L’ultimo episodio a fine luglio con la sparizione delle attrezzature agricole per il raccolto.