10 ottobre, giornata contro la pena di morte
Come ogni anno il 10 ottobre, Giornata mondiale contro la pena di morte, Acat Italia (Azione dei Cristiani per l’Abolizione della Tortura) e la Federazione Internazionale delle Acat (Fiacat), insieme alle Ong, le reti, gli attivisti e le organizzazioni abolizioniste di tutto il mondo, si uniscono alla Coalizione mondiale contro la pena di morte e alla mobilitazione per l’abolizione di questa pratica crudele e disumana.
In particolare, in occasione della celebrazione della XII Giornata mondiale contro la pena di morte, la coalizione mondiale pone l’attenzione sull’uso della pena capitale nei confronti delle persone con disabilità mentale e intellettiva.
Gli standard internazionali stabiliscono che le persone che soffrono di disabilità mentale e intellettiva non devono subire questa sanzione estrema. Eppure, in evidente violazione dei diritti umani fondamentali, ancora oggi in tutto il mondo persone affette da malattia mentale o intellettiva subiscono condanne a morte.
Le prigioni sembrano essere i centri di salute mentale del 21° secolo. Tutto ciò ci induce a una riflessione circa il fallimento della società nel fornire un’adeguata assistenza e sostegno alle persone con malattia mentale e disabilità intellettiva le quali, in generale, presentano un rischio più elevato di manifestare azioni-reazioni violente, essendo, al tempo stesso, più a rischio rispetto alla media, di diventare vittime di violenza.
Sono numerosi i casi di persone che, in assenza di cure mediche adeguate, hanno continuato a commettere atti di violenza. E’ necessario, quindi, che vengano rispettati gli standard internazionali sulla disabilità mentale e intellettiva che rappresentano una forma di tutela per persone vulnerabili, allo scopo di stabilire i criteri in base ai quali la pena di morte può essere o meno inflitta.
Acat Italia lancia un appello ai governi di tutto il mondo, chiedendo loro di mettere in atto le azioni necessarie a impedire che le persone con disabilità mentali e intellettive vengano inviate nel braccio della morte e che le condanne già emesse vengano eseguite. Inoltre, insieme alla Fiacat e a tutte le Acat, rinnova l’invito agli Stati non abolizionisti ad abolire la pena di morte e ai paesi abolizionisti a sostenere tutte le iniziative a favore della sua abolizione universale.