Piemonte. Allo studio una legge regionale sulla libertà di coscienza, religione e pensiero

Intervista alla proponente, la consigliera Monica Canalis

 

Il 16 aprile si è svolta al Consiglio regionale del Piemonte un’audizione cui hanno preso parte i rappresentanti delle due minoranze storiche religiose piemontesi, valdesi ed ebrei, sul tema della proposta di legge circa l’istituzione della giornata regionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero. Alla consigliera Monica Canalis, che ne è la proponente, chiediamo una valutazione su questo incontro.

 

«Il 16 aprile abbiamo audito su mia richiesta nella 6a commissione consiliare, che ha tra le sue competenze la cultura, Bruna Peyrot, Sergio Velluto e Dario Disegni in merito alla mia proposta di legge regionale sull’istituzione della giornata regionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero. Bruna Peyrot, presidente della Fondazione Centro culturale valdese di Torre Pellice, ha ricordato che con le Regie Patenti emanate da Carlo Alberto nel 1848 i Valdesi finalmente venivano considerati cittadini. Istituire il 17 febbraio una giornata regionale in ricordo di questa conquista sarebbe un riconoscimento civile, culturale e politico della storia della nostra Regione. Il Piemonte fu antesignano e per un certo tempo fu l’unico Stato a garantire la cittadinanza agli esponenti di minoranze religiose.

 

Sergio Velluto, presidente del Concistoro della chiesa valdese di Torino, ha sottolineato che l’approvazione di questa legge regionale non è necessaria per il rispetto di diritti oggi pienamente riconosciuti, ma piuttosto per l’affermazione della laicità dello Stato. Il 17 febbraio 1848 per i Valdesi e il 29 marzo per gli Ebrei furono i prodromi di uno Stato liberale e democratico. Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino, ha ricordato che nel 1848 il Piemonte si dimostrò territorio all’avanguardia, apripista e modello. Questo è motivo di orgoglio. Fummo precursori nel mondo e lo Statuto Albertino fu antesignano dello Stato liberale e della Costituzione. È pertanto significativo che nel calendario civile della nostra Regione sia inserito il ricordo della fine della segregazione, della persecuzione e della discriminazione perpetrate lungo i secoli e si faccia memoria, con un’attenzione alla libertà di tutti e di tutte le minoranze religiose».

 

– Nel 2006 nel corso di un convegno organizzato dall’Associazione evangelica di volontariato “Più dell’oro” venne lanciata l’idea d’indire una «Giornata nazionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero». In Parlamento essa fu veicolata dai disegni di legge di Valdo Spini alla Camera e di Lucio Malan al Senato, e quindi riposta in un cassetto in attesa di essere ripescata. Ora come si accorda questa sua proposta di legge con lo statuto regionale?

«L’articolo 7, dedicato al patrimonio culturale, recita:

  1. La Regione valorizza le radici storiche, culturali, artistiche e linguistiche del Piemonte e, in particolare, salvaguarda l’identità della comunità secondo la storia, le tradizioni e la cultura.
  2. La Regione coopera con lo Stato, nei limiti e con le modalità previste dalla legge statale, alla tutela dei beni culturali.
  3. La Regione salvaguarda le minoranze culturali e religiose nel rispetto delle diversità.

 

Questa legge regionale sarebbe pertanto pienamente coerente con il nostro Statuto, nell’attesa che anche a livello parlamentare veda la luce una norma che, dopo i tentativi fatti nel 1997 e 2001, riconosca finalmente la libertà di coscienza, religione e pensiero, conformemente al dettato costituzionale e alle norme internazionali, a cui anche l’Italia aderisce».

 

Quindi non la festa di due storiche minoranze religiose ma piuttosto quella democratica e laica della libera coscienza civile….

«L’istituzione nel calendario civile della Regione Piemonte di un appuntamento istituzionale annuale come la giornata della libertà di coscienza, religione e pensiero, il 17 febbraio, costituirebbe una festa di tutti i Piemontesi e non solo delle minoranze. Il rispetto delle minoranze è uno dei cardini dello stato di diritto, da cui si misura il tasso di democraticità di una società. In un’Italia in cui le identità religiose e culturali cambiano e si moltiplicano, con questa legge la Regione Piemonte ha la possibilità di sottolineare il principio dell’eguale libertà delle confessioni religiose e il carattere di laicità delle istituzioni pubbliche, che costituisce la migliore garanzia per un pieno sviluppo e rispetto reciproco delle fedi e dei cittadini. La libertà di coscienza, di religione e di pensiero concorre infatti al rafforzamento della democrazia. Se lo Stato non è laico e ha preferenze verso una confessione religiosa, la libertà religiosa non può essere piena. La libertà di religione nasce dalla libertà di coscienza e si esprime nella libertà di pensiero e di parola. Le tre libertà si arricchiscono e rafforzano vicendevolmente. La data del 17 febbraio coincide inoltre con la morte sul rogo del filosofo Giordano Bruno il 17 febbraio 1600, simbolo di persecuzione e di compressione della libertà. Festeggiare il 17 febbraio può quindi essere un potente messaggio di inclusione, pluralismo e piena cittadinanza».