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Che posto ha Dio nel nostro cuore?

Io ti ho formato, tu sei il mio servo, Israele, tu non sarai da me dimenticato
Isaia 44, 21

Non abbandonate la vostra franchezza che ha una grande ricompensa!
Ebrei 10, 35

Nel capitolo 44 del libro di Isaia il Signore, re d’Israele e suo redentore, il Signore degli eserciti dichiara nel versetto 6 che egli è il primo e l’ultimo, e fuori di Lui non c’è Dio. Altrettanto, Egli ricorda a Giacobbe suo servo, che molte delle sue creature si sono allontanate da lui e praticano l’idolatria. Nella fattispecie, quelli che rendevano culto alle statue che raggiungevano dimensioni umane rappresentanti “dei domestici” di propria fabbricazione, i cosiddetti terafim. Quelle persone, dice il Signore, sono tutte vanità perché si prostrano, adorano e pregano che li salvi un oggetto inerte uscito dalle proprie mani!

Oggigiorno, se qualcuno/a di noi fosse accusato/a d’idolatria resterebbe scandalizzato/a e offeso/a da tale accusa. Tuttavia tutto ciò che entra nella nostra vita e prende il posto di Dio nel nostro cuore è senza dubbio idolatria.

Forse oggi non ci manca il tempo per leggere o ascoltare la Parola spezzata con l’aiuto dei mezzi di comunicazione di massa: in TV, alla radio o sui social.Adesso, la Parola riesce a riempire il nostro tempo in isolamento che scorre lentamente ogni giorno. Però, come erano riempite le nostre giornate prima dell’epoca del Covid-19 e come pensate che saranno post emergenza Covid-19? Quale posto occupava prima e quale posto occuperà il Signore nella nostra vita alla fine della quarantena nazionale, il Signore, che ci ha creati e il quale non ci dimentica? Quale posto daremo a Colui che perdona i nostri peccati, come quelli di Israele (vv. 21-28), che può soffiare via dal nostro cuore tutto ciò che ci tiene lontano da Lui?

Gesù, il Cristo, ci chiama suoi amici e non più servi se farete ciò che io vi comando e perché ci ha fatto conoscere tutte le cose che ha udito dal Suo Padre (Giov. 15, 14-15). Siamo stati salvati a caro prezzo e oggi il Signore ci chiama a sé: torna a me perché ti ho riscattato (v. 22). Prostriamoci dunque dinanzi a Lui in umiltà e restiamo fedeli a Dio nei giorni felici come anche in quelli critici.