trobia

Quando Dio chiama

Al Sinodo del 1967, dopo 14 anni di discussioni, furono consacrate le prime due donne pastore della Chiesa valdese: Carmen Trobia e Gianna Sciclone. Si concretizzavano così le conclusioni della relazione della commissione nominata dalla Tavola valdese al Sinodo del 1949 in cui si legge: «Noi riteniamo pertanto che la Chiesa ha pienamente il diritto, per non dire il dovere, di regolarsi nella questione del pastorato femminile, secondo il principio assoluto: davanti a Cristo non vi è né uomo né donna, e secondo la situazione di fatto, che il ministero (carismatico) femminile è una realtà viva nella prima ora della Chiesa». In questa realtà viva si situa Carmen Trobia, che ha concluso il suo cammino il 20 giugno scorso senza mai arrendersi di fronte alle molte difficoltà che ha incontrato. 

Carmen è nata a Vittoria, in provincia di Ragusa, il 13 maggio 1930, proprio in quel V Distretto di Calabria e Sicilia che diede l’avvio nel corso del Sinodo 1948 al dibattito sui “ministeri femminili”. Conclusi gli studi alla Facoltà valdese di Teologia e l’anno all’estero in Scozia, chiede alla Tavola valdese che le venga riconosciuta la sua vocazione per un possibile servizio nella Chiesa. Era l’anno 1958 e il dibattito sui ministeri femminili era ancora concentrato sui ministeri ausiliari e solo saltuariamente si accennava al ministero pastorale nella sua pienezza. Così l’unico servizio che fu proposto a Carmen fu un impiego negli uffici della Tavola. Nella sua risposta al moderatore (lettera del 15/10/1958) tra l’altro si legge: «Perché farmi fare un lavoro al quale non mi sento chiamata mentre il Sinodo mi ha aperto una strada che mi sento di seguire per obbedire alla vocazione che mi è stata rivolta da parte di Dio?». Dall’ottobre 1958 al giugno 1959 svolge quindi il suo servizio negli uffici della Tavola valdese, ma dal settembre 1959 è “lieta” per il nuovo incarico che la mette “in prova” come Assistente di Chiesa a Cerignola e Orsara di Puglia, dove rimarrà fino al 1963.

Ma ecco sorgere un altro ostacolo: Carmen sta per unirsi in matrimonio con Silvio Ceteroni e si rivolge di nuovo alla Tavola per chiedere di poter continuare a prestare servizio nel ruolo delle Assistenti di Chiesa, in attesa delle norme che dovranno regolare il ruolo delle donne pastore. Ma la risposta è negativa: se si sposa non può più essere assunta nel ruolo di Assistente di Chiesa per ragioni “amministrative e pratiche”. In quello stesso anno la Tavola valdese invia in Germania la coppia Carmen e Silvio Ceteroni con l’incarico di promuovere un’azione pastorale tra gli emigrati evangelici italiani: un campo di lavoro che richiedeva impegno e fatica, non privo di difficoltà e delusioni, perché si era all’inizio di una nuova esperienza tutta da inventare.

Per questo nel 1972 in occasione di un incontro per un reciproco confronto delle esperienze vissute da coloro che operavano nel campo dell’emigrazione evangelica italiana in Germania, ritrovai Carmen a Stoccarda: Carmen veniva da Darmstadt e io da Monaco di Baviera. Ne fui fortificata perché con Carmen si poteva discutere, valutare, sperare in quanto era una donna forte che accettava le sfide con equilibrio e determinazione. Pochi anni dopo entrerà a far parte dei ruoli della Chiesa dello Hessen-Nassau fino al 1986, anno in cui lei e il marito tornarono in Italia nei ruoli della Chiesa valdese fino all’emeritazione nel 1996. Negli anni ‘90 ero pastore a Siena e Carmen a Carrara: venne spontaneo per la comunità di Siena invitare Carmen e Silvio Ceteroni (che era in servizio a La Spezia) per una giornata comunitaria. Carmen tenne una predicazione forte e incisiva e la giornata passò nella gioia del ritrovarsi e del raccontarsi.

È stato un bel dono conoscere una donna che ha dato la sua testimonianza rispondendo con la vita alla Parola evangelica: «Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita» (Ap. 2, 10b).