Napoli ospita il convegno internazionale “La Bibbia e le Donne”

L’evento chiude simbolicamente un progetto di ricerca interconfessionale e interreligioso durato vent’anni, articolato in ventuno volumi pubblicati in quattro lingue

 

Dal 4 al 7 dicembre 2025 nel cuore del centro storico di Napoli, tra antichi chiostri, biblioteche monumentali e luoghi simbolici della spiritualità partenopea, si svolgerà il convegno internazionale “La Bibbia e le Donne. Esegesi, Cultura e Società”, evento che conclude una importante ricerca internazionale svolta nell’arco di 20 anni da circa trecento studiose/i da quindici paesi, sulle figure delle donne nelle Sacre Scritture e sulla loro interpretazione nella storia del cristianesimo.

 

Il convegno presenterà dunque i risultati finali della collana internazionale e interconfessionale “La Bibbia e le Donne”, un’opera enciclopedica in ventuno volumi, pubblicati in ben quattro lingue (italiano, inglese, spagnolo e tedesco), frutto della collaborazione tra cattoliche, protestanti ed ebree che ha dato vita ad un dialogo prezioso nel panorama degli studi biblici.

L’idea della collana prende forma nell’autunno 2006 dall’incontro tra la biblista austriaca Irmtraud Fischer e la storica italiana Adriana Valerio, alla presidenza rispettivamente dal 2001 al 2007 dell’ESWTR (European Society of Women for Theological Research). Le due studiose, avvertendo l’urgenza di dare voce e forza agli studi delle teologhe europee, spesso non accettati negli ambienti accademici ed ecclesiastici né conosciuti dalle stesse studiose di aree geografiche diverse a causa delle barriere linguistiche, decisero di costruire un ponte capace di unire lingue, Paesi, tradizioni religiose e approcci metodologici.

 

È nata così la collana internazionale e interconfessionale «La Bibbia e le Donne: Esegesi, Storia e Cultura», sotto la direzione, oltre che di Fischer e di Valerio, della spagnola Mercedes Navarro Puerto e della norvegese Jorun Økland, specialiste del Nuovo Testamento, quest’ultima sostituita recentemente dalla storica Charlotte Methuen, curatrice della versione inglese. 

Le studiose hanno contribuito a delineare un’opera che rappresenta un unicum mondiale: un progetto interdisciplinare che intreccia esegesi biblica, storia, studi giudaici, ricerca iconografica, letteraria, musicale e artistica.

Una scelta metodologica di rilievo è stata quella di prendere come riferimento il canone ebraico, il Tenach, con l’obiettivo di oltrepassare la tradizionale egemonia interpretativa rivendicata dal cristianesimo e di restituire pieno valore alle radici ebraiche della tradizione biblica. L’inserimento sistematico della prospettiva esegetica ebraica nei volumi dedicati alla storia dell’interpretazione costituisce un elemento innovativo e un significativo gesto di equità storica. 

 

La collana – pubblicata da diverse case editrici: Il Pozzo di Giacobbe, SBL, Kohlhammer e Verbo Divino – si divide in tre grandi sezioni. La prima riguarda l’esegesi biblica con tre volumi dedicati alla Bibbia Ebraica (Torah; Profezia; Scritti) e due al Nuovo Testamento (Vangeli e Lettere). La seconda sezione, in 4 volumi, è riservata agli studi giudaici: dagli scritti pseudo epigrafici e apocrifi al Talmud e al Giudaismo medioevale. La terza, in 12 volumi, la più ampia, è dedicata alla storia dell’esegesi: va dai Padri della Chiesa ai testi femminili delle comunità primitive; dal Medioevo all’età moderna; dalla Riforma alla Querelle des femmes; dall’Illuminismo ai movimenti e alle nuove comunità religiose del sec. XIX; dall’esegesi femminista del XX secolo alle attuali tendenze degli studi biblici e di genere.

 

Il progetto ha richiesto un impegno economico straordinario – oltre 200.000 euro, destinati soprattutto alle traduzioni – reso possibile grazie al sostegno dell’Università di Graz, di fondazioni ecclesiastiche e laiche, delle Suore di Mary Ward di Madrid, della Fondazione Valerio, dell’Associazione Viandanti, nonché dell’8×1000 della Chiesa valdese.

Decisivo, in Italia, l’intervento della piccola ma coraggiosa casa editrice Il Pozzo di Giacobbe, che ha accettato una sfida editoriale complessa e poco redditizia, resistendo a pressioni e timori di censura.

Il programma del convegno prevede sessioni accademiche con nomi di fama internazionale, a cui seguiranno delle sessioni speciali aperte alla città, pensate per dialogare con giovani, cittadinanza e mondo culturale. 

 

Prevista anche la presenza protestante italiana: il 6 dicembre alle ore 17 presso il Complesso di Donnaromita si terrà una tavola rotonda su “La Parola che guarisce: sinfonia di fedi contro la violenza” a cui parteciperà anche la pastora valdese Letizia Tomassone (che poi domenica 7 dicembre alle ore 11 guiderà – insieme al vescovo ausiliare Gaetano Castello – la liturgia interreligiosa presso la Biblioteca Fra’ Landolfo Caracciolo della Basilica di S. Lorenzo Maggiore).

«Il progetto è stato ambizioso fin dall’inizio – afferma la pastora Tomassone –; un progetto che è stato sostenuto a lungo e con convinzione dall’opm valdese e che, in uno degli ultimi volumi pubblicati, vede il contributo del prof. Lothar Vogel, docente di storia della Facoltà valdese di teologia (Roma). Oggi questo materiale è un preziosissimo strumento di lavoro non solo accademico ma anche per tutte le persone che mostrano interesse e curiosità rispetto alla presenza delle donne nelle Scritture ebraiche e cristiane e nella storia delle chiese».

  

 

 

 

 

 

Immagine: Affresco di Cerula, V – VI sec. d.C., Catacombe di San Gennaro – Napoli