Sport e attività fisica, più di una medicina
Chi meglio di un medico dello sport può spiegarci al meglio i benefici delle attività motorie-ludico-sportive e il loro ruolo per la nostra salute?
È in distribuzione in tutto il territorio del pinerolese nell’area sud della provincia di Torino (lo trovate in centinaia di luoghi pubblici, dalle biblioteche ai negozi) il numero di dicembre del mensile free press L’Eco delle valli valdesi che potete leggere integralmente anche dal nostro sito, dalla home page di di www.riforma.it. Il numero contiene un dossier dedicato a raccontarci i benefici dell’attività fisica.
L ’Unione Europea ha emanato da tempo delle linee guida sull’attività fisica sportiva (che coprono un ampio spettro di attività, dallo sport agonistico a esercizi che compiamo quotidianamente) e sui benefici che questa ha (ed è scientificamente provato) sulla nostra salute e sul nostro stile di vita in generale. Ne abbiamo parlato con chi quotidianamente tratta questi argomenti e cioè un medico, in particolare un medico dello sport, il dottor Gianfranco Albertini, che nella sua esperienza lavorativa ha seguito, fra l’altro come medico sociale, anche il Torino Calcio nella massima serie. Lo abbiamo raggiunto nello studio medico Aurora di Pinerolo, con cui Albertini collabora negli ambiti delle visite sportive agonistiche e non, e delle visite sportive traumatologiche.
– La prima domanda può sembrare banale: lo sport fa bene?
«Assolutamente sì. Tutti gli studi scientifici indicano che l’attività sportiva, quella che si definisce anche come ludico-motoria (quindi non solo l’attività agonistica), porta benefici ed è a tutti gli effetti una medicina per il nostro corpo che va assunta nella posologia corretta, dietro una “prescrizione”, lo sport è terapia e può andare a risolvere un ampio spettro di problemi di salute e a prevenirne molti altri. Come tutti i farmaci va però somministrato in modo corretto e il medico dello sport è la figura professionale giusta che sa indicare a ciascuno quale sia il percorso migliore da seguire, dai giovanissimi fino alle persone avanti con l’età». I benefici sono molti: l’elenco è lungo ma vale la pena riportarlo qui in fondo all’articolo .
– A tutti è consigliato praticare qualche forma di attività ludico motoria?
Ognuno, in base all’età, alle patologie che ha, può fare attività. Ed è consigliato, ovviamente. Ovviamente ci sono grandi variabili. Se parliamo di sport agonistico questo è da intendersi per una certa fascia di popolazione, non per tutti. Sono sport ad alta intensità che richiedono preparazione e una precondizione fisica ottimale. Ma anche per le persone con disabilità ci sono importanti opportunità. Per esempio, persone con problemi agli arti inferiori rinascono in una piscina, con il nuoto; l’hand bike ha aperto scenari interessanti; qui sul territorio abbiamo un’esperienza faro per quel che riguarda il calcio per persone con problemi psichici; infine, uno dei più importanti atleti nel mondo del tennis è affetto dal diabete di Tipo 2 e nonostante questo è un campione affermato: questi alcuni esempi per capire meglio quale ruolo giochi l’attività fisica a ogni livello a cui la si pratica. Anche chi ha avuto gravi problemi, a esempio cardiologici, può tornare a praticare sport, e in questo caso è fondamentale una collaborazione fra il medico dello sport e il cardiologo o il cardiochirurgo per individuare che cosa sia meglio per la persona in questione».
– Lo sport è medicina ma è anche prevenzione?
«Certo, lo abbiamo detto sopra. Assieme a una corretta alimentazione è un modo per controllare il peso corporeo e ci mantiene in salute: mens sana in corpore sano è un’eredità che ci portiamo dietro dai tempi dei latini, il concetto era già chiaro a Giovenale».
– A livello generale, pensa che nel nostro paese si faccia abbastanza, che ci sia una buona cultura sportiva? O ci sono margini di miglioramento?
«Fare qualcosa in più vale sempre in tutti gli ambiti, bisogna sempre cercare di migliorare le situazioni. Posso dire però di fronte alla mia esperienza ultradecennale che le cose sono migliorare. Non tanto per quanto riguarda lo sport agonistico, che rimane sempre nei numeri, ma per tutto il mondo non agonistico che comprende, a esempio, anche il ballo. E poi le corse amatoriali, il cicloturismo: attività di gruppo che ci portano a restare in movimento così come quelle organizzate dalle varie Università della Terza età, che possono essere più indirizzate alla ginnastica dolce per mantenere in salute le articolazioni. Un altro aspetto significativo nel nostro paese è quello dovuto alle eccellenze sportive: se uno sport ha un grande campione, questo provoca un “effetto volano” che spinge molte persone ad avvicinarsi alla disciplina. Negli ultimissimi anni lo abbiamo visto nel tennis, ma prima c’è stato lo sci: ogni decade ha il suo sport – e altri che si mantengono sempre ad alti livelli di popolarità, come pallavolo e calcio».
Benifici, benessere in movimento
Riduzione del rischio di patologie cardiovascolari; prevenire e/o ritardare l’insorgenza dell’ipertensione arteriosa e migliorare il controllo della pressione arteriosa di soggetti che soffrono di ipertensione arteriosa; buona funzione cardiopolmonare; mantenimento delle funzioni metaboliche e diminuzione dell’incidenza del diabete di tipo 2; maggiore utilizzo dei grassi che possono contribuire a controllare il peso, riducendo il rischio di obesità; riduzione del rischio di alcuni tumori, come quello al seno, alla prostata e al colon; miglioramento della mineralizzazione ossea in età giovanile contribuendo alla prevenzione di osteoporosi e fratture in età avanzata; miglioramento della funzione digestiva e regolazione del ritmo intestinale; mantenimento e miglioramento della forza e della resistenza muscolare, portando così a un aumento della capacità funzionale di svolgere le attività quotidiane; mantenimento delle funzioni motorie ivi inclusi la forza e l’equilibrio; mantenimento delle funzioni cognitive e riduzione del rischio di depressione e di demenza; riduzione dei livelli di stress e associato miglioramento della qualità del sonno; miglioramento dell’immagine di sé e dell’autostima, maggiore entusiasmo e ottimismo; riduzione dell’assenteismo (congedo per malattia) dal lavoro; in adulti molto anziani, riduzione del rischio di caduta e prevenzione o ritardo dell’insorgenza di patologie croniche connesse all’invecchiamento.