Credere alla parola di Dio
Un giorno una parola – commento a Romani 4, 18
Egli è lo scudo di tutti quelli che sperano in lui
Salmo 18, 30
Abramo, sperando contro speranza, credette per diventare padre di molte nazioni, secondo quello che gli era stato detto: “Così sarà la tua discendenza”
Romani 4, 18
Questa pagina della lettera dell’apostolo Paolo ai cristiani di Roma è posta a fondamento di tutta l’opera di Dio e della risposta dei credenti di ogni tempo. Nel descrivere questa opera, Paolo ricorda la fede di un uomo, un uomo antico il cui nome è Abramo. Un personaggio che vive in un paese a noi lontano e in un tempo di grandi mutamenti sociali come fu il passaggio dalla vita migrante ad una vita residente.
Il nostro testo ci parla della fede del nostro antenato, ma quale fu la fede di Abramo se per quella fede egli verrà considerato giusto davanti a Dio? Avere fede cosa vuol dire? Abramo crede al cospetto di Dio, il quale come creatore di questo mondo con la sua parola rende vivo qualcosa di nuovo. Credere significa attenersi alla parola di questo Dio: Abramo crede alla parola di Dio!
Si tratta di una fede che permette ad Abramo, e anche a tutti noi, di sperare contro ogni speranza umana, senza il sostegno di qualcosa o qualcuno. Un buon commento ci viene offerto dalla strofa di un inno di Charles Wesley: “In speranza, contro ogni speranza, disperando di me, io credo. … La fede, la grande fede, vede le promesse, e si rivolge ad esse soltanto; sorride dinanzi all’impossibilità, e grida: Sarà fatto!”
Noi tutti e tutte siamo uniti alla fede di Abramo perché oggi, e sempre, confessiamo che siamo da Dio accolti come giusti solo e solamente per questa fede! Amen.