Dio ci ama come siamo e si prende cura di noi
Un giorno una parola – commento a Deuteronomio 32, 11
Come un’aquila che desta la sua nidiata, volteggia sopra i suoi piccini, spiega le sue ali, li prende e li porta sulle penne
Deuteronomio 32, 11
Gesù ha detto: «Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre»
Giovanni 10, 29
Dio viene descritto come una madre d’aquila che si prende cura della sua nidiata o di un pastore che non lascia indietro nemmeno una delle sue pecorelle. Abbandoniamo l’idea di dio collerico e pronto alla vendetta o in guerra verso gli esseri umani. Forse ci piacerebbe un dio giustiziere, perché siamo noi che proviamo sentimenti di rancore, gelosia e siamo anche desiderosi di vendetta se qualcuno ci ferisce.
Dio, però ci sorprende: ci ama come siamo e si prende cura di noi. Non sempre sentiamo la sua presenza, a volte ci sentiamo proprio abbandonati, soli e senza speranza. In quei momenti in cui il dolore è più forte, ripensare all’immagine di Dio descritto come una madre amorevole ci può aiutare a sentirci forti e sostenuti.
L’amore di Dio è incondizionato, sincero, sicuro, totale, pieno. Niente è paragonabile ad un amore così grande, forse la perfezione di un fiore appena sbocciato, con il suo profumo intenso e persistente, i colori dei petali con le sfumature perfette che si alternano con grande sapienza, possono darci l’idea dell’attenzione con cui siamo stati creati e amati. Solo un amore sconfinato può averci collocato in un posto così meraviglioso come la Terra.
Iniziamo ad essere consapevoli dell’amore che ci circonda, malgrado ogni difficoltà che ci può apparire davanti ai nostri occhi: solo così potremo trovare pace, conforto e sicurezza e nella gratitudine, imparare ad amare noi stessi e il nostro prossimo e ricambiare così il continuo bene che riceviamo. Amen.