Recuperare la capacità di ascolto
Un giorno una parola – commento a Apocalisse 2, 7
Perché contendi con lui? Egli non rende conto dei suoi atti: Dio parla una volta, e anche due, ma l’uomo non ci bada
Giobbe 33, 13-14
Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese
Apocalisse 2, 7
Sappiamo ascoltare? Ora che abbiamo sempre le cuffie nelle orecchie e siamo sempre connessi con un cellulare, in attesa di una chiamata o all’ascolto di musica, un audiolibro, un podcast… Il nostro cervello è ingolfato di notizie e di informazioni. Se ci sentiamo soli possiamo anche parlare con l’intelligenza artificiale e illuderci che qualcuno stia interagendo con noi.
Eppure, i testi biblici ci insegnano che per trovare Dio e ricevere un suo messaggio bisogna isolarsi, stare nella propria cameretta o nel deserto. Anche Gesù per pregare si appartava, cercava solitudine e quiete. Con chi siamo realmente connessi quando utilizziamo di continuo mezzi che ci creano l’illusione di avere a portata di mano l’Universo, e che invece ci allontanano sempre di più dal nostro centro, dai nostri obiettivi, dai nostri familiari?
Stiamo perdendo la capacità di ascolto, quello vero, profondo, la capacità di ricevere le risposte che derivano dalla nostra riflessione e intuizione. Semplifichiamo: “Dio non parla certo a me, attraverso un pruno ardente o una voce nella notte”. Ignoriamo il silenzio, la capacità di ascolto attivo si fa sempre più breve, come possiamo pensare di percepire quel soffio leggero che può essere un messaggio per noi che proviene direttamente da Dio?
Il Signore ci cerca e risponde alle nostre richieste, facciamoci trovare. A volte si ha paura del silenzio e della solitudine, ma proprio quei momenti sono necessari per connetterci con l’infinito amore di Dio che è sempre al nostro fianco. Amen.