L’appello della Società Biblica del Madagascar dopo il saccheggio
Vittima di saccheggi durante le manifestazioni anti governative, la Società Biblica ha perso quasi tutto, comprese migliaia di Bibbie
È tornata la calma in Madagascar. Contestato nelle piazze e abbandonato dall’esercito, il presidente Andry Rajoelina è fuggito a Dubai il 12 ottobre. Il nuovo capo di Stato, il colonnello Michaël Randrianirina, che ha preso il potere il 14 ottobre, ha nominato un primo ministro civile, Herintsalama Rajaonarivelo, il 20 ottobre. Ora la popolazione aspetta con pazienza che il futuro governo di transizione, attualmente in fase di formazione, mantenga la promessa di garantire la distribuzione continua di acqua ed elettricità. «Ci vorrà del tempo», commenta al quotidiano francese Réforme Désiré Rabenifara, direttore nazionale ad interim della Società Biblica Malgascia. Questa constatazione vale per il Paese, ma anche per il suo team. Composto da una ventina di membri, si è appena trasferito nei locali della “Lega per la lettura della Bibbia”. «Ci ha lasciato un piano del suo edificio, stiamo appena iniziando a sistemarci», aggiunge. Durante una manifestazione antigovernativa ad Antananarivo, la capitale malgascia, il 25 settembre, la situazione è degenerata e i suoi locali sono stati saccheggiati e incendiati.
«I giovani manifestavano pacificamente, chiedendo una migliore distribuzione dell’acqua e dell’elettricità. Volevano insediarsi in Piazza della Democrazia, ma non hanno ottenuto l’autorizzazione. Hanno insistito un po’, pur rimanendo pacifici, ma le forze dell’ordine hanno cercato di disperderli usando gas lacrimogeni e sparando proiettili di gomma e proiettili veri. Hanno anche proceduto a violenti arresti», riassume Rabenifara. Più tardi, la situazione è degenerata. «Non abbiamo prove, ma in Madagascar sospettiamo che alcune persone abbiano pagato dei teppisti per accusare i giovani di saccheggi».
Gli uffici della Società Biblica del Madagascar erano situati sopra un grande magazzino. «I saccheggiatori non avrebbero dovuto salire al nostro piano. Ma nel negozio c’era una porta che conduceva ai nostri uffici e non al magazzino, come probabilmente pensavano. Hanno rubato i nostri ventidue computer portatili e i nostri sei computer fissi, oltre ad altro materiale informatico. Hanno preso anche dei mobili e il nostro gruppo elettrogeno. Si ricarica quando c’è elettricità e ci permette di avere quattro ore di autonomia quando manca la corrente», spiega la direttora. Quanto al magazzino con 2700 bibbie conservate nei locali della Società Biblica del Madagascar, è stato dato alle fiamme. «Ci ha spezzato il cuore», commenta. Le fiamme hanno divorato i documenti sparsi sul pavimento dai saccheggiatori e l’acqua utilizzata dai vigili del fuoco per circoscriverle ha distrutto parte degli altri. Di fronte all’entità dei danni, stimati in 100.000 euro, è scattata la solidarietà. «Abbiamo lanciato un appello alle chiese e alle associazioni con cui collaboriamo», conferma Désiré Rabenifara. Mentre il suo team seleziona ciò che è ancora utilizzabile e si sta reinsediando, i malgasci che possono farlo hanno ripreso il lavoro, sperando che il governo provvisorio renda presto più semplice la loro vita quotidiana. Per aiutare il suo omologo malgascio, l’Alleanza Biblica Francese ha lanciato una raccolta fondi.
Foto: Société biblique de Madagascar