Perseverare nella testimonianza

In Thailandia è in corso il Consiglio generale della Comunione mondiale delle chiese riformate. Abbiamo raggiunto la pastora Langeneck, delegata per la Chiesa valdese

 

La grande famiglia protestante è riunita per dieci giorni a Chang Mai in Thailandia dove è in corso il Consiglio generale della Comunione mondiale delle chiese riformate, grande organismo che raggruppa oltre 200 chiese nel mondo in rappresentanza di oltre cento milioni di persone. L’ultima volta era stata Lipsia nel 2017 a ospitare la riunione che vede pregare, cantare, ragionare, votare centinaia di delegate e delegati provenienti da ogni angolo del pianeta. Per la Chiesa valdese nella sua sessione europea è presente la pastora Sophie Langeneck (l’Iglesia valdense del Rio de la Plata ha i suoi due delegati).

 

La 27ª assemblea generale della Comunione mondiale delle chiese Riformate è iniziata martedì 14 ottobre con il culto inaugurale con la predicazione della presidente del comitato esecutivo, la pastora Najila Kassab dalla chiesa del Sinodo nazionale evangelico di Siria e Libano sul motto dell’assemblea: “Perseverare nella testimonianza” (Ebrei 12:1). I lavori proseguono fino a giovedì 23. Dieci giorni intensi, a partire dunque dal colorato e molto “caldo” culto di apertura: «mi sono sentita veramente benedetta nel vedere una grande moltitudine in festa, lodare il Signore in diversi modi e lingue – racconta la pastora Langeneck, raggiunta per un commento sui primi giorni di assemblea-. nel poter poi scoprire che l’impegno per la giustizia, promosso dalla confessione di Accra (2004) viene riaffermato in azioni concrete dopo più di vent’anni, nel riconoscere un grande sforzo perché le chiese membro tutte riconoscano il ministero alle donne e la leadership femminile come l’altra faccia della medaglia della lotta alla violenza contro le donne (solo l’83% delle chiese membro consacra/ordina anche le donne). Nello scoprire teologhe crip (to crip/paralizzare in inglese) che promuovono una “teologia della liberazione disabile”, nel conoscere l’impegno della chiesa presbiteriana delle Filippine per un paese meno corrotto, in cui gli avversari politici non siano trattati come terroristi. Un grande dono e una grande occasione di scambio».

 

Significativo il motto scelto, commenta ancora Langeneck, attualmente in servizio alla Chiesa metodista di Milano: «perseverare nella testimonianza significa anche resistere di fronte all’ingiustizia mentre il mondo diventa sempre più ingiusto, di fronte alle guerre disumanizzanti e polarizzanti, di fronte alla violenza contro le donne in aumento, di fronte all’imperante aumento di nazionalismi in diversi paesi del mondo, di fronte alla marginalizzazione di persone disabili, di persone LGBTQIA+, di persone indigene. Se perseverare diventa resistere, significa anche testimoniare che un mondo diverso è possibile, e questo nell’assemblea è molto facile». 

 

Delegati, delegate, ascoltatori e ascoltatrici, ospiti ecumenici e non, 116 chiese (70% delle chiese membro), 253 delegati per un totale di 458 persone testimoniano un mondo in cui, ci racconta Langeneck «di giovedì donne e uomini vestono di nero per ricordare le vittime di violenza, per promuovere la leadership femminile e l’ordinazione delle donne, in cui lo studio biblico condotto da Miriam Spies, teologa crip, pastora della chiesa unita del Canada, offre una particolare prospettiva di teologia della liberazione nel contesto dei corpi disabili. È possibile vivere in un mondo che vota per consenso e non a maggioranza, discute con franchezza e solidarietà di temi che hanno impatto globale e di temi che riguardano alcuni paesi particolari.

Un mondo in cui si rilegge la confessione di Accra e ci si interroga su quanto lavoro c’è ancora da fare dopo 20 anni e si quanto parli ancora in molte sue parti nell’impegno per la giustizia climatica come impegno concreto locale di globale.

Un mondo in cui dialogare significa conoscere e riconoscere e testimoniare di Gesù Cristo con partner da ogni Continente, dando valore al contesto ecumenico in cui ci troviamo, a livello globale e locale».