La lezione (mancata) sulla laicità
Il caso degli studenti nel veronese che si sono tappati le orecchie mentre un sacerdote cattolico impartiva una benedizione
Queste due dichiarazioni arrivano sull’onda del caso di Cerea (Verona) dove, durante una cerimonia di inaugurazione, quattro studenti di 3^ media si sono tappati le orecchie mentre un sacerdote impartiva una benedizione. Il gesto, spiegato dai ragazzi come atto di rispetto verso la propria fede che vieta l’ascolto di preghiere di altri culti, ha suscitato polemiche e reazioni contrastanti.
Peter Ciaccio, pastore metodista e Consigliere della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), ha commentato:
«A scuola non ci si dovrebbe tappare le orecchie, perché ogni input, anche quello illegittimo, è importante per la crescita. Pertanto, al di là dell’illegittimità di una benedizione religiosa per l’inaugurazione di un istituto pubblico, la scuola dovrebbe essere il luogo dove poi discutere di quello che è successo, e non per sanzionare. Tapparsi le orecchie può essere percepito come un gesto forte, ma a quanto ne sappiamo è stato un gesto non violento. La cerimonia non è stata interrotta, a nessuno è stato impedito di parlare. Cosa sarebbe successo se si fosse scelta la formula di un’inaugurazione interreligiosa e interculturale? Forse avrebbe generato una reazione intollerante da parte delle istituzioni che oggi, di fronte al gesto dei ragazzi, si sentono offese? Chi ha “perso” in questa situazione è il mondo degli adulti, che ha tradito ancora una volta i giovani, spesso vittime di una narrazione negativa. La eventualità di ricevere una punizione per aver espresso la propria opinione, magari in maniera più accettabile di un rito religioso imposto, dovrebbe farci riflettere sui molti piani di lettura di un episodio come questo».
Sulla stessa linea di riflessione, Ilaria Castaldo, tenente dell’Esercito della Salvezza e membro del Consiglio Fcei, ha dichiarato: «Anche se non c’è bisogno di tapparsi le orecchie (è quasi sempre utile ascoltare), non dobbiamo tapparci la bocca, in nome di una tolleranza spesso unilaterale».
Su alcuni giornali si afferma che i ragazzi potrebbero ricevere dei provvedimenti disciplinari. Abbiamo raggiunto al telefono la scuola, per avere conferma o smentita di tale scelta da parte della dirigente scolastica, prof.ssa Silvia De Mitri, la cui segreteria ci ha riferito che l’Istituto, al momento, non intende rilasciare né interviste né dichiarazioni in merito.
La Fcei ricorda, da anni, che la laicità nella scuola e nei luoghi pubblici non è un principio astratto: è tutela concreta dello Stato e di una cittadinanza ormai interculturale, è tutela delle norme e dei principi costituzionali.
Servirebbe finalmente una legge quadro sulla libertà religiosa, capace di rispettare le sensibilità di maggioranze e minoranze e di tradurre i principi universali in comportamenti concreti. Libertà di espressione, di credo, di opinione e rispetto reciproco non possono essere slogan invocati a parole, ma esempi che adulti, istituzioni e chiese sono chiamati a dare ogni giorno.
La Fcei ha inaugurato tre anni fa lo “Sportello Scuola Laicità Pluralismo”. Si tratta di un servizio rivolto a chiese evangeliche, associazioni culturali, gruppi confessionali e individui per «il sostegno ad una scuola laica, attenta a riconoscere il pluralismo religioso e culturale della società italiana, e a promuovere una didattica che lo riconosca come asse educativo e patrimonio civico».
Lo sportello può essere contattato all’indirizzo email: [email protected].