Le riviste evangeliche dalla metà dell’800 all’avvento del fascismo

Il valore interno alle chiese e il ruolo di dialogo con la società e la cultura

 

Nel tuttora utile libro di Piero Chiminelli, “Bibliografia della storia della riforma religiosa in Italia. Contributo alla storiografia religiosa italiana” (1921), l’autore intitolava il capitolo dedicato all’emerografia evangelica «Il giornalismo evangelico come fonte di storiografia protestante», mettendo in evidenza che senza l’utilizzo e la consultazione della stampa in molti casi sarebbe stato difficile, se non impossibile, ricostruire la storia del protestantesimo italiano.

 

Partendo da questa riflessione, dopo un paio di anni di fase esplorativa, è iniziata nel 2025 una ricerca promossa da Marco Novarino, già professore di Storia contemporanea dell’Università di Torino, con il sostegno e la partecipazione della Fondazione Centro culturale valdese, della Società di Studi valdesi, dell’editrice Claudiana e la collaborazione della Biblioteca valdese di Torre Pellice e della Biblioteca della Facoltà valdese Teologia di Roma.

 

Obiettivo: redigere e pubblicare un repertorio della stampa evangelica a livello nazionale e locale per il periodo dalla seconda metà dell’Ottocento al 1925, con l’intenzione, di estenderlo fino al presente.

 

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Lo strumento emerografico ha il pregio di fornire preziose informazioni, costanti nel tempo, sulle dinamiche interne denominazionali (gestione di una Chiesa a livello nazionale  attraverso l’attività dei suoi organi direttivi, la vita delle comunità locali, le vessazioni perpetrate dagli apparati di pubblica sicurezza e le violenze popolari nate su istigazione delle gerarchie cattoliche locali, i rapporti con l’estero, le relazioni con altre denominazioni segnate da momenti di collaborazione ma anche di gravi dissidi), riflessioni di tipo religioso e teologico, momenti di confronto con la società civile, prese di posizione su eventi socio-politici di rilevanza.

 

Le riviste svolsero tale funzione confrontandosi e partecipando ai cambiamenti che modellarono la nazione italiana a partire dall’unificazione o anche più semplicemente affrontando temi di cultura generale, svolgendo pertanto un’azione di apertura e conoscenza di altri paesi, anche molto lontani. Ma l’analisi delle riviste ci può anche restituire anche una serie di informazioni che altri strumenti, come quello archivistico, non sempre sono in grado di fornire come a esempio, il ruolo di alcuni pastori come opinion leader, indipendentemente dal ruolo dirigenziale occupato nelle rispettive Chiese, i dibattiti interni, le posizioni assunte e le polemiche che non sempre emergono dai documenti ufficiali.

 

L’individuazione, la catalogazione e la digitalizzazione della stampa evangelica non è solo un’operazione scientifico-culturale di cui potranno beneficiare gli addetti ai lavori, ma rappresenta un recupero e la salvaguardia di una memoria collettiva che ci è pervenuta attraverso uno strumento spesso poco considerato e peggio conservato: una rivista, a differenza di un libro, generalmente si compra(va), si legge(va) e si cestina(va). Pertanto uno strumento negletto, fragile, stampato su carta di bassa qualità e quindi soggetto a progressivo deterioramento, ma in certi casi fondamentale strumento d’informazioni e notizie.

 

In Italia non esiste ancora uno strumento complessivo di questo genere anche se nel corso degli anni sono stati pubblicati libri e saggi in riviste riguardanti alcune delle più importanti riviste evangeliche: L’Amico dei fanciulli (S. Tourn); Conscientia (D. Dalmas e Anna Strumia); Bilychnis (A. Mastantuoni), Il Museo cristiano (Davy Marguerettaz) e si spera di poter anche coinvolgere gli autori nel progetto. Durante la fase esplorativa sono state individuate 200 testate, per 50 delle quali si ha notizia della loro pubblicazione ma non sono state reperite nelle biblioteche aderenti al Sistema bibliotecario nazionale.

 


 

I cerchi concentrici della pubblicistica evangelica

 

Il vasto panorama della pubblicistica evangelica si può raffigurare con tre cerchi concentrici.

Il più interno riguarda la stampa dichiaratamente denominazionale, ossia periodici che erano espressione ufficiale di una Chiesa la cui specificità era esplicitamente contenuta nel titolo, nel sottotitolo o nel programma (per la Chiesa valdese, La Buona Novella, Il Cristiano evangelico. Archivio della Chiesa Valdese, La Luce; per la Chiesa evangelica italiana, Il Piccolo messaggere; per la Chiesa cristiana dei fratelli, Il Cristiano; per la Chiesa metodista wesleyana, Il Museo Cristiano e La Civiltà Evangelica; per la Chiesa metodista episcopale, La Fiaccola e L’Evangelista come organo di entrambe le denominazioni metodiste; per l’Esercito della salvezza, Il Grido di guerra e La Stella; per la Chiesa battista, Il Testimonio e per la Chiesa avventista del 7° giorno, L’Araldo della verità) o di una comunità locale in Italia o all’estero (il Seminario. Giornale delle Colonie Valdesi stabilite nell’America del Sud; Mensajero valdense. Organo evangelico della Colonia Valdense; La Riesi Evangelica. Organo della comunità valdese di Riesi).

 

Il secondo riguarda riviste che riportavano precise indicazioni di essere interdenominazionali a carattere nazionale (L’Italia Evangelica. Giornale indipendente delle Chiese Evangeliche d’Italia), oppure riviste, indicate come genericamente evangeliche, a cui collaboravano esponenti di varie Chiese (L’Eco della verità. Giornale religioso settimanale; La Famiglia cristiana; La Rivista Cristiana, mensile pubblicato dalla Facoltà Teologica di Firenze e Bilychnis, mensile edito dalla Scuola teologica battista di Roma, entrambe aperte a collaboratori di altre denominazioni), riviste evangeliche popolari come L’Amico di casa, almanacco di cultura popolare di cui mons. Geremia Bonomelli nel suo libro Un gran danno e un gran dovere, scrisse «Ameremo veder banditi dalla società certi Almanacchi… “L’Amico di Casa” occupa forse il primo posto tra questi»), oppure pubblicate a livello locale (La Nuova Roma. Organo della Lega Cristiana di Roma; Il Raccoglitore. Periodico evangelico di Milano).

 

Sempre in ambito interdenominazionale occorre segnalare le riviste rivolte a particolari soggetti, categorie, e dedicate a specifici ambiti, sempre funzionali alla diffusione dell’evangelismo (a esempio il mondo giovanile con L’amico dei fanciulli e L’Alba. Organo dell’Unione Cristiana delle giovani; educativo, attraverso L’Educatore evangelico della Società pedagogica evangelica italiana e La Scuola Domenicale. Organo dell’Unione delle scuole domenicali italiane; studentesco con Fede e Vita. Organo mensile della Federazione Studenti per la cultura religiosa e militare con L’Amico del soldato italiano.

 

Nel terzo cerchio si considerano le riviste vicine all’evangelismo, ma aperte ad altri ambienti, che si occupavano di questioni e temi di ampio respiro sociale (a esempio Il Bene Sociale. Giornale mensile del movimento antialcolista italiano, fondato dal pastore valdese Giovanni Rochat, che raccoglieva interventi e adesioni dal mondo socialista; L’Avanguardia dei cristiano sociali, sensibili alle problematiche legate alla “questione sociale” e ai rapporti con il socialismo; Gnosis. Studi storici di religione e filosofia, dedicato agli studi religiosi, e La Riforma laica con aperture e confronti con il mondo laico).

 

Una sezione particolare riguarda le riviste in lingua italiana ma pubblicate all’estero soprattutto in nazioni con un’alta densità di emigranti (esempio: L’Araldo Cristiano. Settimanale delle Chiese presbiteriane italiane d’America; L’Aurora. Giornale settimanale per le Chiese Evangeliche italiane del Nord America; La Fiaccola. Giornale dei Metodisti Episcopali italiani nel Nord America; Il Risveglio. Pubblicato a Buenos Aires, sotto gli auspici della Chiesa Metodista Episcopale, per la propaganda fra gli emigranti italiani, oltre a quelle valdesi in America Latina) e quelle pubblicate in Italia in lingue straniere, come Christ for Italy. A Quaterly record of Christian work and warfare; Paulus. Organo della conferenza dei pastori tedeschi in Italia, ma soprattutto quelle in francese, pubblicate dalla Chiesa valdese (come Le Témoin, poi L’Echo des Vallées Vaudoises). L’analisi di queste pubblicazioni può aprire un’interessante riflessione sull’uso di lingue non italiane non in quanto rivolte a un pubblico straniero (come A Voice from Italy, periodico pubblicato a Edimburgo per rendere nota, nei paesi anglosassoni, l’opera della Chiesa valdese) ma in quanto lingua normalmente utilizzata in determinati territori e da specifiche minoranze sociali e religiose.